
Abbiamo dichiarato guerra tanto tempo fa. Forse non ci ricordiamo nemmeno quando, forse non ci ricordiamo nemmeno perchè. La guerra è iniziata quando siamo diventati adulti, grandi. Allora abbiamo iniziato a diventare genitori di noi stessi e, malgrado avessimo giurato che non avremmo mai e poi mai rifatto gli stessi errori dei nostri genitori, ce lo siamo dimenticato e giorno dopo giorno siamo scivolati nell’abitudine appiccicosa del rimprovero, del dubbio e della sfiducia. Ci vogliamo bene solo quando facciamo bene, in modo non tanto diverso da quello che accadeva nella nostra infanzia quando ci sentivamo amati solo quando facevamo tutto giusto, tutto bene. Ci volevano bene anche nei nostri errori? Non ci rimproveravano forse per il nostro bene? Certo, ci volevano bene come sempre ma quel rimprovero smorzava l’allegria, suscitava avversione, lo allontanavamo con il fastidio con cui si allontana una zanzara o lo portavamo con noi come uno zaino. Un peso così costante che non sapevi nemmeno più di averlo.
Adesso, forse, potremmo dichiarare pace, potremmo aprire l’armistizio, potremmo sospendere il nostro sguardo bellicoso su di noi. Non per altro, perché quello sguardo bellicoso ci impedisce di conoscerci e di sapere chi siamo davvero e, soprattutto, ci impedisce di diventare chi potremmo essere senza quel rimprovero sottile e quotidiano.
Non possiamo fare almeno per un giorno, giorno dopo giorno, quello che fatto per tutta la vita ci sembrerebbe impossibile? Non possiamo volerci bene almeno per oggi e dopo domani vedere se sottoscrivere di nuovo l’armistizio?
Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta. Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.San Giovanni XXII
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2021 Reparenting ourselves
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