
–,,,Alexander Lowen dedica al piacere uno dei suoi libri più famosi e inizia con una distinzione – peraltro molto attuale – fra piacere e divertimento. Molto spesso inseguiamo il divertimento proprio perché nella nostra vita non siamo in grado di provare piacere. Diventiamo ossessionati dall’idea del divertimento tanto che ” La cosa importante oggi è divertirsi o sembrare che tu ti stia divertendo, o, almeno, far credere che tu ti stia divertendo“. Insomma sembra che Lowen fosse chiaroveggente rispetto all’uso dei selfie che rientrano benissimo nella descrizione precedente!
Piacere o divertimento?
Il divertimento rappresenta un modo per catturare il piacere che c’era nell’infanzia ma lo facciamo in una forma che è ingannevole. Trasformare attività importanti come l’amore, il sesso, il lavoro in qualcosa di divertente – al di là del fatto che a volte sono naturalmente divertenti – crea un equivoco rispetto alla serietà dell’impegno del gioco per i bambini. Quando i bambini giocano sono totalmente assorti in quella attività: quando gli adulti si divertono sono totalmente distratti da molte attività diverse, dice Lowen.
Possiamo ritrovare quella qualità di piacere che provano i bambini quando giocano, nella creatività: lì si realizza quell’insieme di piacere e auto-realizzazione che caratterizza i giochi dei bambini. La fantasia nei loro giochi ha una qualità diversa dall’illusione perché un bambino non tradisce sé stesso quando gioca. Se ha fame o sonno o è stanco, interrompe il gioco. Questa capacità di rimanere fedele alla propria realtà interiore è essenziale anche per comprendere la distinzione che Lowen fa tra piacere e divertimento: possiamo divertirci ben oltre la nostra soglia di tolleranza – bere più del necessario, fumare più del necessario – ma il piacere vero è fedele alla nostra realtà interiore.
Infine, dice Lowen la confusione tra piacere e divertimento nasce proprio, dal pretendere di divertirsi facendo cose serie e dal fare troppo seriamente quello che dovrebbe essere un gioco, come accade in molti sport. Quella serietà non è il coinvolgimento dei bambini nel gioco: è il desiderio di ottenere un risultato che soddisfi le nostre aspettative!
Ma cos’è il piacere per Lowen?
Il piacere per Lowen è quell’esperienza in cui l’ego lascia l’egemonia al corpo, cioè il flusso delle sensazioni fisiche prevale sulla volontà e la determinazione; “lasciamo andare” permettendo pienamente l’esperienza in corso. Questo “pienamente” permette di comprendere perchè l’inibizione – frammentando la pienezza percettiva – diminuisce il piacere. Da questa base – ossia dall’esperienza del piacere – noi attiviamo la nostra creatività: l’eccitazione può essere sia una fonte d’ispirazione che una sensazione fisica, che dà l’inizio ad un processo creativo. Un processo creativo in cui il piacere è sia il motore che il risultato dell’atto creativo stesso, visto che per lui ogni atto creativo aggiunge piacere e significato alla vita stessa. “Il piacere nel vivere incoraggia la creatività e l’espansività, la creatività aggiunge piacere e gioia alla vita”.
Il piacere di essere pienamente vivi
Malgrado Lowen fosse stato allievo e paziente di Reich, la sua visione del piacere differisce da quella del suo maestro.
Per Reich il piacere è, essenzialmente, l’orgasmo sessuale, per Lowen è, essenzialmente il piacere di essere pienamente vivi!
La nostra preoccupazione per il mondo esterno ci fa dimenticare che il piacere è la percezione di una vitalità corporea piena.
Essendoci dissociati dal nostro corpo, non pensiamo più in termini corporei ma questa dissociazione non può essere risolta da un approccio meramente “mentale”: dobbiamo affrontarla sia in senso fisico che psicologico.
Il semplice cambiamento che inizia dal corpo
La bioenergetica si basa sull’identità funzionale mente – corpo: questo significa che qualsiasi autentico cambiamento nel modo di pensare – e di conseguenza nel comportamento e nelle emozioni – è condizionato da un cambiamento a livello fisico. Perché questo cambiamento a livello fisico avvenga gli aspetti importanti sono il movimento e il respiro. Entrambe queste funzioni sono disturbate in presenza di un conflitto emotivo perché le tensioni fisiche sono la controparte dei conflitti emotivi e mantengono il conflitto attivo nel corpo. Quando questo accade i conflitti non possono essere risolti fino a che le tensioni corporee non sono sciolte, perché queste tensioni alimentano delle modalità reattive di risposta.
Non è sufficiente essere consapevoli del dolore che le tensioni producono – e alcune persone non sono nemmeno consapevoli – perché le tensioni diventando croniche limitano la nostra consapevolezza. In questo modo manteniamo un livello di tensione attivo e sub-acuto che limita la nostra vitalità e il nostro piacere di essere vivi.
Torniamo a sentire quando apriamo il respiro e aumentiamo il movimento. In questo modo ci rendiamo conto quanto la nostra fatica e depressione cronica fossero alimentate dalla mancanza di vitalità corporea e mantenute da una riduzione costante del respiro.
Come respirare più profondamente
La ragione che sta dietro alla nostra limitazione del respiro è la paura di sentire. Abbiamo imparato a trattenere le lacrime, a stringere i denti, ad andare avanti a testa bassa e trattenere il respiro ci permette di non cambiare questi aspetti.
Ci sono due limitazioni del respiro che sono più frequenti: in un caso il respiro è limitato alla parte alta del torace, con esclusione dell’addome (respiro schizoide). Queste tensioni hanno lo scopo di bloccare le sensazioni connesse alla parte inferiore del corpo, specialmente le sensazioni sessuali. Nell’altro caso il respiro è principalmente diaframmatico, con scarsi movimenti nel petto (respiro nevrotico) che rimane però espanso perché l’espirazione è incompleta.
Espirare equivale a lasciar andare e simbolicamente rimanda al lasciare andare il controllo: anche in questo caso il corpo è separato e la responsività emotiva ridotta.
Un processo creativo in cui il piacere è sia il motore che il risultato dell’atto creativo stesso, visto che per lui ogni atto creativo aggiunge piacere e significato alla vita stessa. “Il piacere nel vivere incoraggia la creatività e l’espansività, la creatività aggiunge piacere e gioia alla vita”.

L’onda del respiro
In condizioni di salute l’inspirazione inizia con un movimento verso l’esterno dell’addome che si gonfia portando rilassamento nell’area addominale.
L’espansione sale poi verso l’alto e arriva al petto.
L’espirazione inizia con un lasciar andare dal petto e arriva come un onda di contrazione, fino alla pelvi.
Insieme inspirazione ed espirazione procedono con un movimento ad onda che produce un basculamento nella pelvi – quello che Reich chiamava “riflesso orgasmico” – e nella testa.
La profondità del respiro è misurata dalla lunghezza dell’onda respiratoria e non dalla sua ampiezza e ha un effetto diretto sulla qualità della scarica sessuale.
Un respiro profondo “carica” il corpo e lo rende vivo, in senso letterale.
I classici esercizi di respirazione non hanno l’effetto di cambiare queste modalità disfunzionali di respiro perché non lavorano sulle tensioni muscolari che limitano il respiro stesso e non liberano le emozioni che sono state trattenute dalle contrazioni muscolari.
L’esercizio di base per lavorare sulle tensioni che limitano il respiro è l’arco e il cavalletto, in alternanza con il bend-over. Questi semplici esercizi, che Lowen propone in quasi tutti i suoi libri, hanno un effetto cumulativo. La prima volta possono apparire senza effetto e senza significato. Questo è dovuto alla distanza che abbiamo costruito con il nostro corpo.
La loro ripetizione, all’interno della classe d’esercizi, nei ritiri di bioenergetica e mindfulness o nelle sessioni di psicoterapia individuale permette di riportare il contatto con il corpo, aumentare la consapevolezza e ripristinare le naturali capacità di autoregolazione che sono così centrali per la nostra salute fisica ed emotiva.
Le emozioni e il sistema nervoso autonomo
Per concludere questa breve presentazione di un libro che, come avete capito, vale davvero la pena di avere nella propria biblioteca, Lowen, con 50 anni di anticipo rispetto a Stephen Porges e Daniel Siegel esplicita la connessione che c’è tra il funzionamento del nostro sistema nervoso autonomo e le emozioni. Un aspetto centrale per comprendere come le nostre emozioni regolano, non solo la nostra salute psicologica, ma anche quella fisica.
Le emozioni di piacere, attivando la risposta parasimpatica, permettono infatti il rallentarsi del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, favoriscono l’irrorazione periferica e la circolazione, abbassano la pressione sanguigna e attivano le nostre risposte sociali, mentre le reazioni avversative, in particolare la rabbia e la paura, regolate dal ramo simpatico del sistema nervoso autonomo, accelerando le nostre risposte psicofisiche, attivano quel circuito di logoramento da stress che ben conosciamo. Per strano che possa sembrare anche le emozioni di divertimento, se sono separate dal piacere psico-fisico, attivano gli stessi circuiti delle emozioni da stress.
Una citazione
Concludo con una citazione di Lowen, tratta appunto dal suo libro, per restituire a lui la parola d’onore
” Laddove la risposta di dolore produce un rafforzarsi dell’autocoscienza che separa dagli altri, la risposta del piacere esprime e comporta una diminuzione degli aspetti egoistici. Il piacere va al di là della ristretta prospettiva individuale e nega l’egoismo. Per provare davvero piacere dobbiamo “lasciar andare”, permettere che avvenga ciò che è, permettere al corpo di rispondere con libertà”. Alexander Lowen
Breve bibliografia citata nell’articolo
Alexander Lowen, Il piacere. Un approccio creativo alla vita, Astrolabio
Stephen Porges, Guida alla teoria polivagale, Fioriti editore
Daniel Siegel, Mindsight, La nuova scienza della trasformazione personale, Cortina
© Nicoletta Cinotti 2022
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