
Sono poche le persone che non conoscono la morsa dell’ansia, quella sensazione, spesso improvvisa, che unisce mente e corpo mettendoci in una specie di conflitto tra andare avanti e tornare indietro.
Niente come l’ansia sembra convincerci alla stasi: nessuna nuova azione e la ricerca di un posto sicuro diventa una priorità. Ammesso che per la nostra ansia ci sia un posto sicuro. Spesso la sicurezza nell’ansia è un tornare indietro, non osare, non provare e le conseguenze a lungo termine sulla nostra vita sono un rimpicciolimento. Un diventare dimensionati sulla base della nostra paura di vivere.
In parte l’ansia è un sentimento fisiologico: in alcune situazioni ci serve della carica in più per fare quello che desideriamo fare. La differenza sta in quanto è ampia la nostra finestra di tolleranza rispetto a questa emozione. Se abbiamo poca tolleranza dei suoi sintomi cercheremo di evitare tutto quello che può suscitarla e il cerchio delle nostre esperienze sarà delimitato dal confine della nostra paura. C’è una cosa però che in bioenergetica è centrale rispetto a questa emozione: paura e desiderio hanno la stessa radice. Abbiamo paura perché c’è una promessa di piacere, di gioia, di felicità che non crediamo sia alla nostra portata. Abbiamo paura perché il piacere ci costringe ad esporci e, esponendoci, ad essere più vulnerabili.
Così prima di evitare per ansia potremmo domandarci qual è il piacere a cui stiamo rinunciando e disegnare la mappa di questa rinuncia. Vale davvero la pena non correre il rischio di essere felici? È davvero un piacere, una gioia marginale quella a cui stiamo rinunciando per paura? Perché poi, quando attraversiamo l’ansia e scopriamo che il nostro grande nemico era nella mente e non nella realtà potremmo sentirci ingannati da noi stessi e credere che non possiamo fidarci proprio della persona con cui viviamo:noi.
L’ansia è come la luce del fuoco che proietta la nostra immagine rendendola gigantesca sulle pareti della caverna della mente. Spento il fuoco ci rendiamo conto che l’unica cosa davvero gigantesca era la forza della nostra paura, alimentata dai nostri pensieri sul futuro. Forse l’unica cosa che abbiamo veramente bisogno di fare per sconfiggere l’ansia è imparare a protendersi, a stare in quell’equilibrio instabile che trova il senso nell’incertezza del risultato, nella certezza del piacere.
Il piacere sta nel protendersi e nell’aprirsi e questo non è soltanto un atteggiamento mentale. L’atto di protendersi viene fatto con il corpo ed è bloccato da tensioni muscolari che limitano i movimenti. Questo spiega perché per molte persone il raggiungimento dei propri obiettivi non comporta piacere. Sono arrivati con lo sforzo di volontà e non con la capacità di protendersi. Ma senza protendersi, senza apertura non c’è piacere. Alexander Lowen
Pratica di bioenergetica: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2020 Andare oltre la paura di vivere
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Photo by Road Trip with Raj on Unsplash