
E’ un periodo di auguri: auguri formali e informali, sentiti o distratti, si intrecciano nelle nostre giornate.
Mi fanno lo stesso effetto che mi faceva la prima neve quando ero bambina. Ogni fiocco era un regalo. Guardavo il cielo da sotto in sù e questo bianco che scendeva era un segno assoluto di qualcosa di nuovo, un annuncio, bianco e leggero, come l’anima dei bambini.
Così gli auguri fatti e ricevuti mi sembrano fiocchi di neve.
Ne abbiamo bisogno: perché vivere è un’avventura coraggiosa e difficile. Nella quale oltre alla nostra forza abbiamo bisogno della benevolenza degli altri. Così scambiarsi gli auguri è un atto tutt’altro che formale.
Ci ricorda questo reciproco legame di gratitudine, questo filo di benevolenza e interconnessione che ha un potere unico e non eliminabile dalla nostra vita.
Già l’augurio in se è una festa. Celebriamola.
Ne avremo bisogno ogni giorno per guardare in faccia i nostri demoni, costruire la nostra vita, perdere quello che dobbiamo perdere, accogliere quello che dobbiamo accogliere. Per essere, ogni giorno, un po’ più intimi con se e con gli altri.
Che tu possa camminare nella bellezza ogni giorno, che tu possa stare nella tua verità. Che tu possa svegliarti alla bellezza dentro e fuori di te. Che la tua pratica di mindfulness possa crescere, fiorire e nutrire la tua vita, il tuo lavoro e il tuo mondo, momento per momento e giorno per giorno, per il bene tuo e di quelli che ti conoscono e ti amano. Per il bene di tutti gli esseri, vicini e lontani, conosciuti e sconosciuti. Jon Kabat Zinn
Pratica Formale: Il silenzio che è pace
© Nicoletta Cinotti 2022
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