
Ci sono molti momenti della vita in cui se mi chiedessero dove sono, risponderei in tutta sincerità, “quasi lì”. Quasi ad un passo dalla felicità, quasi ad un passo dal disastro, quasi vicina a perdere la fiducia, quasi vicina a trovare la fiducia. Per tanto tempo ho pensato che questo volesse dire che se mi impegnavo, se facevo un’altro passo, finalmente sarei arrivata e avrei lasciato la condizione imbarazzante del “quasi lì” per entrare in modo definito nella condizione di “sono arrivata”.
Adesso non lo penso più. Credo che essere umani significhi essere più spesso “quasi lì” che “proprio lì”. Siamo in un’intimità misurata dalla nostra tolleranza verso la verità, dalla nostra esposizione alla verità. Per arrivare proprio lì non ci serve più impegno ma più onestà e consapevolezza, più intimità calibrata sulla base della vulnerabilità. Invece quando lottiamo per dirci arrivati immaginiamo una condizione in cui la vulnerabilità sia scomparsa. Io quell’arrivo lì non lo voglio. Preferisco questo passo incerto in cui sono quasi vicina in una forma di disarmo unilaterale.
Ieri sera tornavo alla macchina, pioveva e tirava vento. Avevo appena concluso una serata del protocollo MBCT in cui ero stata in compagnia di tante persone che avevano messo a rischio le proprie armi e le proprie convinzioni per essere vicini alla vulnerabilità. In lontananza ho visto una vecchia amica: non ci parliamo più. Eravamo quasi lì lì per incontrarci e ho sentito che potevo stare in quell’incontro. E che questo essere quasi vicine in quella serata tempestosa mi dava gioia. Lei mi ha visto e ha cambiato lato del marciapiede. Proprio come succede in uno degli esercizi del protocollo MBCT. Non so se mi aveva riconosciuta ma quello scambio di lato mi è sembrato così vero che per un attimo ha rivelato tutta la bellezza possibile: la bellezza collaterale della verità.
Non siamo vicini perché arriviamo insieme alla stessa destinazione. Siamo vicini perché tutti noi cerchiamo una strada per la felicità e questo a volte ci porta a percorrere strade che hanno direzioni diverse. È questo che ci rende vicini: la nostra ricerca della felicità. La destinazione e la strada che percorriamo può essere o diventare molto lontana ma siamo sempre vicini al nostro desiderio segreto che è il desiderio di felicità. A volte eliminiamo cose e persone perché crediamo che siano un ostacolo alla realizzazione di questo desiderio. Che ci siano condizioni esterne che impediscono di arrivare e ci tengono “quasi lì”, in attesa della felicità. Invece in quell’essere “quasi lì” dichiariamo semplicemente cosa stiamo facendo della nostra vulnerabilità.
Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire
© Nicoletta Cinotti 2021 Amore, mindfulness e relazioni. Serata di presentazione giovedì 18 Novembre alle 18.30 con Cinzia Pennati.