
Ho passato diverso tempo con mio figlio nel fine settimana. È una cosa insolita perché ci vediamo sempre molto velocemente ma avevo comprato degli stickers adesivi da mettere su una parete attrezzata e avevo bisogno del suo aiuto per posizionarli. Anche perché lui è uno meticoloso e io sono, come dicevo qualche giorno fa, un’arruffona, piena di idee creative che vorrei venissero magicamente realizzate da Mary Poppins. Mancandomi Mary Poppins ho chiesto il suo aiuto. Quando è arrivato ero già nel casino perchè avevo preso il problema sottogamba e avevo già iniziato senza l’opportuna preparazione. Con pazienza si è messo a risolvere la faccenda e, con altrettanta pazienza, mi ha accompagnata tutte le altre volte in cui acceleravo.
Man mano che andavamo avanti in quel lavoro minuzioso (e man mano che mi frenava) apparivano flash del nostro passato. Un passato in cui avrei voluto farlo crescere prima del tempo mentre lui, da vero meticoloso, frenava. Così ho preso contatto con quanto spingere possa essere una fastidiosa interferenza. Lo spingevo perchè lui era la parte finale di una catena di spinte. I miei genitori sono diventati adulti da giovanissimi, hanno spinto i loro figli fuori di casa prestissimo e i loro figli sono diventati “genitori con l’abbrivio” ossia genitori che vedono la crescita precoce come una forma di assicurazione sul futuro. Non lo è ma ci ho messo molto tempo per imparare a frenare, come dimostrano gli adesivi. Adesso considero la spinta una forma di interferenza.
L’altra forma di interferenza è pretendere di sapere qualcosa in più solo perché si è più vecchi. In realtà l’età spesso è presumere di sapere e con gli anni sono più le cose in meno che si conoscono che le cose in più. Sabato ho capito che lui sa molte più cose di me su molti argomenti perchè la conoscenza è cumulativa e i figli, stando sulle spalle dei genitori, sono più alti.
Infine ho capito due cose: la prima è che quando imparo qualcosa provo una gratitudine grandissima. Chiunque sia il mio maestro se mi insegna qualcosa guadagna la mia gratitudine e quando provo gratitudine è come se non fossi più miope. Gli occhi si riempiono di luce e spunta un sorriso che arriva fino al cuore.
La seconda cosa è che gli adesivi sono bellissimi ma prima di comprarli bisogna pensarci bene, soprattutto se non si è meticolosi!
Mamma, non volevo offenderti ma
non era te che adoravo.
Tu nascondevi la tua energia nell’ombra
e io ero abbagliata dal sole. (…)
Ma ho camminato attraverso le mie stesse ombre e, come te,
ho trasceso il luccichio. Ho imparato
che sono fonte e sostanza di un diverso tipo di luce.Ora quando dicono che ti assomiglio e mi dicono
che ho approfondito la tua saggezza, ammorbidito
la tua facile grazia, rivendico il mio posto con onore
in quella corte di regine crepuscolari la cui forza e bellezza
hanno inventato soli che gli altri hanno preso in prestito. E madre,
sono felice di essere tua figlia. Naomi Long Madgett da Furious Flowers 1994
Pratica di mindfulness: La pratica di gentilezza amorevole
© Nicoletta Cinotti 2022 Training internazionale in Mindful Parenting