
Cosa ti regalo per Natale è la domanda classica che fanno i mariti alle mogli, i genitori ai figli, i fidanzati alle fidanzate. In una specie di dialogo di potere dall’alto al basso. Gli amici evitano di fare la domanda perché lo sanno benissimo cosa regalare a Natale: perché hanno passato del tempo con te, senza pensieri. Hanno camminato a caso per la città, hanno passato un pomeriggio a provarsi vestiti che non compreranno mai. Hanno commentato i regali fatti e ricevuti. Hanno scherzato sugli errori e gioito delle scelte giuste.
Ma perché in famiglia sembriamo spesso sconosciuti? Perché i genitori, che ti vedono magari tutti i giorni sentono il bisogno di chiederti la wishing list e ti tolgono il bello della sorpresa? Perchè non possono stupirti e insegnarti che il bello del regalo è la sorpresa? Chi l’ha detto che i regali devono essere utili e che utili non significhi far sobbalzare il cuore di gioia?
Soprattutto non so perché in famiglia siamo sconosciuti anche se qualche sospetto fondato comincio ad averlo. Cosa nasconde l’intimità che non riusciamo a superare? L’altra sera ero in macchina con mia nuora (quasi nuora) e mi raccontava che cosa avrebbe regalato a mio figlio per il suo compleanno. Indovina – mi ha detto – ce la puoi fare. Non ho indovinato. Poi quando mi ha detto cos’era ho capito perché non avevo indovinato. Perché non voglio più regalargli quella cosa, da almeno 20 anni. Ma lui continua a volere esattamente la stessa cosa da sempre. Per lui è un rito. Per me una ripetizione. Ed è così che in famiglia rimaniamo sconosciuti: diamo significati diversi alle stesse azioni. E pretendiamo che l’altro capisca e si adegui al nostro significato in un braccio di ferro dell’amore. Non è vero che non sappiamo cosa vuole l’altro: non glielo vogliamo dare perché lo vorremmo diverso, perché non lo riteniamo giusto, perché ci siamo annoiati. Perché niente è più difficile dell’amore. Cosi la wishing list ci salva (meglio se online così evitiamo anche di uscire). Ti regalo quello che hai scelto tu ma non ti ho dato quello che davvero vuoi: sapere che ti accetto anche nei tuoi desideri. Anche nei desideri che non condivido. Così quest’anno ho deciso di cedere: gli regalo quello che vuole lui, che so benissimo cos’è. Rinuncio al figlio che avrei voluto, al marito che avrei voluto, ai genitori che avrei voluto e regalo cose che so che sono care al loro cuore. In cambio avrò i figli che ho, i genitori che ho, il marito che ho. Sembra nulla ma è tutto: tutto quello di cui abbiamo bisogno per sentirci amati: ricevere un regalo che ci assomiglia.
Ero nato quando a un tratto ebbi paura di amare. Rabia
Pratica del giorno: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2019 Andare oltre la paura di vivere: ciclo di gruppi terapeutici Genova