
Vorrei essere una zebra. Non solo perchè le zebre sanno correre veloci. Non solo perchè le righe sulla loro pelliccia le rendono mimetiche rispetto alle luci e ombre della savana. Non solo perchè sono animali forti e robusti che sanno vivere sia in gruppo che da soli.
Vorrei essere una zebra perchè vorrei avere una mente – zebra. Anche la zebra ha i suoi problemi. Nel suo caso il problema principale si chiama leone. La insegue, l’afferra e la divora e la zebra, dal leone deve difendersi. Vorrei avere però la mente zebra perché la zebra vede il leone, scappa più velocemente che può e quando si salva riprende la sua vita tranquilla. Non sta lì a domandarsi quando sarà il prossimo attacco. Né quando incontrerà di nuovo un leone. Per lei passato il pericolo, passato il problema. Non le rimane traccia della minaccia. Può tornare a vivere tranquilla.
Vorrei avere una mente – zebra che, una volta affrontato il problema, mi faccia dimenticare il pericolo. Una mente zebra che si attivi con tutte le difese possibili e poi, quando non sono più necessarie, lasciarle svanire e tornare a godermi il panorama della mia vita, con la stessa gioiosa felicità che si prova quando non si hanno preoccupazioni. Iniziare ogni giorno così, senza la memoria dei problemi del giorno precedente, con il respiro che ha lavato le tracce delle sensazioni del giorno prima.
Perchè spesso la nostra mente è, invece, una mente gazzella. Continua ad avere paura anche dopo che il pericolo è passato e quella paura la rende vulnerabile anche quando è al sicuro: perchè la minaccia è entrata dentro di lei. E noi possiamo fuggire dalle minacce che sono fuori di noi ma non possiamo fare nulla per quelle che son dentro di noi, nella nostra mente.
Questa è la vera domanda che dovremmo farci: questo pericolo è dentro o fuori di me? Perchè se è dentro lo proietterò fuori in tutte le zone d’ombra e di oscurità. Colmerò il vuoto di tutte le situazioni di ambiguità con quella paura, con quella minaccia. Mentre se è solo fuori potrò combatterlo perchè vincere un nemico è facile: è scendere a patti con noi stessi che è difficile.
La memoria è una fabbrica che non smette mai, Fa i turni di notte e non ha festivi. Il lupo slaccerà i ricordi uno per uno e ne farà fiocchi di neve. Il vuoto sarà vasto e alto e profondo, Lo chiamerai carezza. Allora senti. Chandra Livia Candiani
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
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