
Ieri mi sono trovata a passare, in pochi minuti, da un soleggiato pomeriggio estivo ad un intenso temporale, proprio mentre c’era la finale dei campionati del mondo di calcio. Confesso che tifavo per la Croazia e che quindi ho perso. In genere faccio il tifo per le minoranze e quindi ho una grande esperienza in fatto di perdite. Mi gusto il senso dell’essere lottatori, che molti perdenti hanno. Mi gusto la tenacia, qualche insperato colpo di fortuna che sembra ribaltare le sorti. E che appare di una bellezza eroica. Mi gusto la solidarietà e apprezzo anche l’espressione del sentimento di delusione. Mi piace vincere ma spesso ha meno sapore dell’incertezza del risultato. Forse è per questo che amo il calcio: alla fine non sai mai come andrà a finire.
Guardavo la finale nel soggiorno di un reparto ospedaliero, in mezzo a persone che stanno lottando e che hanno già perso qualcosa. Eravamo tutti accomunati da questa familiarità con la perdita e, nello stesso tempo, accomunati dalla bellezza collaterale dell’esserci, insieme, non tanto nella perdita ma nel momento presente. Che, proprio perchè perdevamo, assumeva una dimensione di profondità e intensità inconsuete. Alla fine eravamo quasi allegri. Non perchè avevamo perso ma perchè avevamo gustato quell’insolito pomeriggio in una insolita compagnia. Gustato il fatto di essere vivi, a prescindere dalle circostanze. Il senso della perdita rende più prezioso il presente. E, stranamente, più vitale.
Al secondo gol della Croazia è tornato il sole: un cielo sereno e ampio. Mi ha ricordato che sperare fa parte delle declinazioni, infinite, del cambiamento.
Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile. Papa Giovanni XXIII
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro. La meditazione live del lunedì mattina ha traslocato al martedì: domattina alle 7.30 ti aspetto su Fb oppure in differita sul sito
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio
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