
Forse conosci molto bene la storia di Prometeo. Era l’uomo che portò il fuoco nel mondo, rubandolo dall’Olimpo. E per questo fu punito: ogni notte un’aquila rodeva il suo fegato e il giorno dopo era sano come prima.
Forse non assomigliamo a Prometeo nel furto del fuoco e nemmeno nella ferita che si riapre ogni notte. Però anche noi speriamo che le nostre vecchie ferite non ritornino più e accogliamo la guarigione come se fosse un’esperienza definitiva e l’arrivo alla vetta. Poi le cose vanno diversamente e rimaniamo delusi dal ripresentarsi di vecchi problemi, come se il nostro unico compito fosse quello di scacciarli definitivamente e per sempre. Però i problemi ritornano e al dolore del problema si somma la delusione per la ripetizione. Non dipende da noi la ripetizione: è che la nostra mente è scimmia in tutto, anche nella ripetizione. Impara una cosa e la ripete ogni volta che ci sono condizioni simili, anche se non sono uguali, anche se abbiamo le risorse per fare qualcosa di diverso. Ma le scimmiette sono così: fai un gesto e loro lo ripetono, senza sapere bene perché. L’importante è che non ci facciamo ingannare dalla ripetizione. L’importante è considerarla solo il risultato di una cattiva abitudine. L’importante è tornare presenti e per farlo partire dal corpo può essere più semplice che partire dalla mente che spesso è piuttosto ostinata. Le cose non sono mai uguali: non lo sono quelle belle e nemmeno quelle brutte. L’invito al presente è proprio questo: è l’invito ad uscire dall’illusione del passato che si ripresenta. È l’invito a rendere ogni giorno nuovo di zecca. Perché ogni giorno è “nuovo di zecca”.
Le difficoltà non sono ostacoli sul sentiero. Sono il sentiero stesso. Ezra Bayda
Pratica di mindfulness: La mente del principiante
© Nicoletta Cinotti 2022 Reparenting ourselves. Ritiro di bioenergetica e mindfulness