
Ho vissuto pochi anni in casa, da figlia. Me ne sono andata via presto e sono andata lontano. Come chilometri e come esperienze. Eppure gli anni mi rendono sempre più simile a mia madre. Così scopro che abbiamo le stesse malattie, le stesse piccole manie. Gli stessi gusti. Eppure, consapevolmente, non li ho imparati da lei.
Potrei dare la responsabilità alla genetica ma dubito che ci sia un cromosoma della colazione. Com’è allora che il tempo ci rende sempre più somiglianti? Francois Dolto diceva che tutti i figli sono adottivi, per sottolineare come i figli non ci appartengano ma siano semi che spargiamo nel mondo. Eppure anche i figli adottivi a volte assomigliano ai genitori adottanti.
Alla fine credo che questa sia una conseguenza dell’amore che ti scrive dentro frammenti di gesti, sfumature di significati. Mette dentro una visione del mondo, non insegnata dalle regole e nemmeno dalla disciplina. Sono stata una disobbediente e faccio una vita che mia madre non farebbe mai. Ma il modo in cui mi ha tenuta in braccio, le nostre ore mattutine, quando all’alba eravamo insieme mentre tutti gli altri dormivano, hanno messo radice.
Non è genetica: sono le conseguenze imprevedibili dell’amore. Che ci entra dentro e dà forma ai nostri gesti. Sono un segno della vastità del cuore che non ci appartiene. Abbiamo un cuore in prestito, anche quello è adottivo. Appartiene all’umanità e ogni volta che amiamo coltiviamo quel cuore più grande di noi e impariamo da altri ad amare.
Se stai leggendo queste parole forse è perchè qualcosa ha bussato alla tua porta e sei pronto a cambiare. Non basta apprezzare il cambiamento da lontano, come se fosse qualcosa di astratto che succede agli altri ma non a te. Abbiamo bisogno di creare il cambiamento in noi stessi, come parte della nostra vita quotidiana. Sharon Salzberg
Pratica di mindfulness: La pratica della gentilezza (Metta: meditazione live)
© Nicoletta Cinotti 2018 Protocollo MBSR