
Rimproverare viene spontaneo. A volte perché ti spaventi, a volte perché ti arrabbi. Viene tanto spontaneo che, dentro di noi lo facciamo continuamente, con noi stessi e con gli altri, Quando lo facciamo con gli altri diventa una sorta di biasimo o scontentezza che ci trattiene e ci rende meno aperti e protesi. Ecco questo, alla fine, è il primo effetto del rimprovero: trattenere, rendere meno ampia la superficie di contatto con l’esterno per prevenire qualcosa di sgradevole. Il secondo effetto è quello di insegnarci a nascondere. Non mostriamo facilmente agli altri ciò che è oggetto di rimprovero. Lo teniamo per noi perché non è educato. Ecco perchè l’intimità storica, quella che viviamo nelle nostre relazioni, può essere più difficile dell’intimità nuova di zecca: perché ha la storia dei rimproveri del passato
Se è un atto ripetuto diventa qualcosa in più di un rimprovero: diventa un pregiudizio. Qualcosa che ci trattiene dal contatto e ci rende ostili sulla base di una esperienza passata. Un giudizio che viene prima dell’esperienza proprio per evitare che ci sia l’esperienza stessa.
Alla fine nessuno di noi è completamente libero dai giudizi però possiamo scegliere se farcene determinare oppure lasciare una fertile sospensione, uno spazio di contatto con l’esperienza. Possiamo lasciare che l’esperienza filtri nelle maglie delle nostre idee? O preferiamo che la mente sia così forte da trattenerci da ogni e qualsiasi contatto? Preferiamo la certezza dei nostri giudizi – che raramente ammettono sfumature – o l’incertezza di non sapere esattamente cosa sta succedendo? E in fondo, non è proprio a questo che servono tutti i nostri giudizi e pregiudizi? Non sono una assicurazione contro l’incertezza delle relazioni? E cosa c’è di più temibile dell’incertezza in una relazione d’amore?
Avanzavo di asse in asse
un lento e cauto cammino
le stelle intorno al capo percepivo
intorno ai piedi il mare –Nulla sapevo se non che il successivo
poteva essere il mio centimetro finale –
Questo mi dava quell’andatura incerta
che alcuni chiamano esperienza – Emily Dickinsontraduzione di Silvia Bre*
Pratica del giorno: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2020 Scrivere la mente: Milano e Genova
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