
Ci sono tante definizioni di Ego e alcune volte questa parola viene usata come facile etichetta per molti e diversi comportamenti. Di sicuro tutti noi attiviamo una parte egoica quando accade qualcosa che non vogliamo, come se il mondo dovesse essere fatto a nostra immagine e somiglianza. O ad immagine e somiglianza della nostra volontà. Quando accade qualcosa che non vogliamo tendiamo ad entrare in una modalità correttiva, come se quello fosse un errore e noi sapessimo la giusta alternativa. Certo si potrebbe rispondere che è facile sapere cosa sarebbe meglio ma il problema è cosa fare quando la realtà è già entrata con la sua forza divergente nella nostra vita.
Cosa accade quando le cose non sono come vogliamo? Di solito prendiamo due strade. La prima strada è la negazione. Quell’evento indesiderato viene evitato. Evitiamo di guardarlo, evitiamo la situazione sgradevole, lo mettiamo in un’area cieca, in cui la visione dell’indesiderato non ci disturbi. Oppure iniziamo a biasimare. Biasimare quelli che riteniamo responsabili oppure biasimare noi stessi per aver permesso che accadesse quello che non volevamo. Questo biasimo è il mattone con cui rafforziamo l’ego. Che ci piaccia o no ogni volta che perdiamo le nostre energie biasimando qualcuno o noi stessi diamo nutrimento al nostro ego e ci esponiamo al rischio di rimanere feriti più facilmente dalla vita. Perché l’ego ci fa sentire forti ma in realtà è molto sensibile ai graffi e il graffio è costituito propio dall’evento indesiderato. Allora, per quanto possa apparire paradossale, abbiamo bisogno di percorrere la strada opposta. Anzichè evitare andare incontro all’indesiderabile per conoscerlo e per conoscere la nostra reazione a quello che non vogliamo. In quel momento ammorbidiamo il nostro ego, anziché chiudere, apriamo la porta. Anziché negare diciamo a noi stessi che abbiamo il coraggio di guardare in faccia la realtà. Trasformiamo i nostri punti ciechi in punti teneri, in punti in cui apriamo e recuperiamo una delle emozioni più importanti per la nostra crescita: la curiosità. Quando sappiamo cosa vogliamo e lottiamo per averlo non siamo curiosi, siamo determinati. Quando siamo curiosi apriamo la porta e permettiamo che qualcosa di nuovo entri nella nostra vita. Trasformiamo l’indesiderato in un’opportunità.
Ogni volta che vi sorprendete a pensare di essere sul punto di arrivare dove volevate, può servire porsi interrogativi come,”Fino a che punto dovrei arrivare?”, “Chi dovrebbe raggiungere quel certo obiettivo?”; “Perché determinati stati mentali sono meno validi da osservare e accettare come presenti, rispetto ad altri'”(…)la meditazione è l’unica attività umana in cui non ci si prefigge un risultato ma consente di essere dove e come si è già.È una medicina amara da trangugiare quando si è insoddisfatti per ciò che avviene o di dove ci si trova ma proprio in quei momenti conviene farlo. Jon Kabat-Zinn
Pratica di Mindfulness: Accettare ciò che non vogliamo
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo MBSR