
Ho la stessa età di Ferzan Õzpetek e sono nata nello stesso mese. Così quando uscì il suo film “Saturno contro” capivo bene di cosa stesse parlando il regista: avevamo lo stesso transito che, fuori dal linguaggio astrologico, era metafora di un cambiamento in corso di dimensioni significative.
Venni fuori dal 2007/2008 come se fossi stata catapultata all’esterno da una crisalide ormai troppo stretta. Adesso Saturno è in transito di congiunzione con il sole e mi domando se Özpetek sarà così gentile da dare un aggiornamento cinematografico alla cosa.
Lungo preambolo un po’ ironico per dire che sto per lasciare lo studio in cui ero entrata più o meno in quegli anni. Nel preparare il trasloco mi domando chi ero quando sono entrata lì e cerco di vedere se ci sono degli oggetti da cui proprio non posso separarmi. Degli oggetti che mi accompagnino in questa transizione verso un nuovo studio.
Non ci sono testimoni della mia identità in questo trasloco. Andrei volentieri via chiudendo la porta e lasciando tutto dentro, come se non fosse mai esistito. Eppure è un luogo che ho amato tantissimo e che mi sembra ancora impossibile essere arrivata alla decisione di lasciarlo.
Mi sono detta che è di nuovo colpa di Saturno che sta facendo una scrematura radicale di cose, persone, storie. In questa pandemia potrei fare un elenco delle perdite, reali e simboliche. Perdite che mi lasciano stupore, sorpresa, e dolore. Capisci davvero quanto bene hai voluto a qualcuno solo nel momento in cui lo perdi: il segno che ti ha lasciato dentro è parola della storia che c’è stata. Nello stesso tempo l’idea di lasciare si accompagna anche ad una leggerezza insolita, come se l’ultima parte del viaggio dovesse essere più semplice. Come se il compito adesso fosse scegliere davvero l’essenziale.
Ti parlo come farei con gli amici perduti in questo transito ma credo che altri, come me, si trovino, in qualche modo a traslocare, da una casa all’altra, da una identità all’altra, da una fase all’altra della vita. Sapere che ci sono compagni di viaggio “in transito” da una fase all’altra della vita aiuta. fa sentire meno soli anche se la solitudine è ingrediente essenziale di ogni crescita. Per quanti amici ci siano nella nostra vita è nella solitudine che lievitano le scelte. Sono cambiamenti che nella breve storia di ognuno di noi hanno dimensioni gigantesche. Microscopiche nella storia collettiva. Sono transiti che indicano che non è possibile crescere senza perdere. Sta a noi scegliere se guardare a ciò che si è perduto o alla direzione verso cui si sta andando. Mi rendo conto che sto guardando avanti.
Anzitutto: non bisogna pensare al trasloco. La prima domanda che mi pongo è: “Chi sono io? Chi sono oggi sul ciglio di questo trasloco così importante? Cosa c’è di forte e irrinunciabile in me, del mio passato, e cosa c’è di più recente che racconta chi sono io adesso?” Ludovica Amat, Il trasloco felice
Pratica di mindfulness: Comprendere le notizie del cuore
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La nuova sede sarà in Via XX settembre 37/9A. Verrà fatta una pratica di saluto nella sede di Via Frugoni 15/2