
Siamo molto legati alla visibilità: immaginiamo che siano vere solo le cose che vediamo e reali solo i cambiamenti che riconosciamo subito. Pensare che ci sia un tempo per la maturazione, per la fioritura, ci è abbastanza estraneo. Se non vediamo non crediamo, come San Tommaso. Eppure il cambiamento legato alla maturazione non avviene nel momento in cui facciamo un atto ma nella fase successiva, quando i segni del lavoro fatto hanno il tempo di radicarsi e di venir integrati.
Se andiamo in palestra il vero risultato non è quello visibile dopo una seduta di allenamento ma quello nello spazio tra un allenamento e l’altro.Se facciamo psicoterapia il vero lavoro è quello che avviene tra una seduta e l’altra, nella nostra vita quotidiana. Potremmo dire la stessa cosa per la pratica.
Il vero cambiamento della pratica non è quello che avviene quando siamo seduti sul cuscino, a lottare con i nostri pensieri e con la distrazione o con il torpore. Il vero cambiamento è nello spazio successivo. La pratica è il momento in cui mettiamo i semi; la vita è il momento in cui fioriscono, a volte inaspettatamente.
Se siamo troppo legati a ciò che è visibile finiamo per entrare in uno scoraggiamento che non rende onore al silenzioso lavoro di cambiamento che si sta strutturando dentro di noi. Forse direi di più: i cambiamenti repentini e immediatamente visibile sono quelli meno stabili. Ciò che cresce ha un ritmo impercettibile agli occhi e una qualità fuori controllo. Abbiamo bisogno di permettere anziché di forzare, perchè il cambiamento che desideriamo, fiorisca.
Tutto questo avviene nella pausa, nel riposo. Non nel momento dell’azione ma nel momento successivo. È allora, quando non facciamo nulla, che il vero lavoro si compie. Perchè è in quel momento che il nostro essere può prendere spazio e dispiegare la sua vera energia. È dalla notte che nasce il giorno e la sua chiarezza.
Se ogni giorno cade dentro ogni notte, c’è un pozzo dove la chiarità è rinchiusa. Bisogna sedersi sulla riva del pozzo dell’ombra a pescare luce caduta, con pazienza. Pablo Neruda
Pratica informale di mindfulness: Oggi onora la fine di ciò che fai con un respiro. Mandi una mail, fai un respiro di pausa. Rispondi al telefono fai un respiro di pausa. E così via perchè, come dice David Steindl-Rast quella breve pausa ha l’effetto di centrarti e decomprimere il tempo.
Pratica formale di mindfulness: Spazio di respiro di tre minuti
© Nicoletta Cinotti 2018
https://www.nicolettacinotti.net/eventi/be-real-not-perfect-crescita-e-cambiamento/
Foto di arjan-de-jong-250545-unsplash