
Durante la pratica di mindfulness arriva, prima o poi, il momento fatidico in cui abbiamo voglia di rinunciare. Ci sembra che non funzioni, siamo partiti convinti che sarebbe stato facile, oppure diverso, oppure migliore o peggiore di com’è davvero.
Quello è il momento della verità in ogni cosa perché è il momento in cui quello che già conosciamo di noi si incontra, a volte si scontra, con quello che non conosciamo di noi. Non sappiamo mai davvero cosa sta dietro a quello che non ci piace perché è più rapido abbandonarlo. Invece nel protocollo per un breve arco temporale di poche settimane avviene un invito: rinuncia all’abitudine, rinuncia a seguire sempre i soliti binari, rinuncia ad obbedire al rapido giudizio del mi piace/non mi piace e, per qualche settimana, lascia che il desiderio di imparare, di esplorare lo sconosciuto, sia la tua compagnia. Avventurati al di fuori di ciò che frequenti sempre: avventurati in te. Perché nel momento in chiudiamo gli occhi, nel momento in cui rimaniamo a fare qualcosa che non ci piace stiamo facendo qualcosa di molto coraggioso: guardiamo la nostra vita. Non ci accontentiamo di sforarla velocemente come facciamo quando andiamo ad una mostra. Ci fermiamo di fronte ad ogni quadro fino a che quel quadro non inizia a parlarci
È per questo che Kabat Zinn parla di conoscere la vita come scienziati e viverla come poeti. Solo il nostro desiderio di conoscere può spingerci fuori dalle ghiaiose colline dell’abitudine, dove alla fine, le novità sono solo superficiali ma tutto scorre come di consueto. Solo radicarci nel corpo e nel respiro può riportarci alla dimensione poetica e non lirica della verità. Perché in fondo quello che evitiamo rinunciando di praticare, è l’emergere di verità scomode. Se n on le ascoltiamo non svaniscono: rimangono lì, in attesa. La verità non ha fretta.
Dunque la consapevolezza è una capacità con cui abbiamo tutti familiarità, ma alla quale siamo contemporaneamente estranei. Così l’allenamento a praticare, che esploreremo assieme, è proprio coltivare una risorsa che è già nostra. Nn bisogna andare da nessuna parte, non bisogna conquistare nulla, bisogna però imparare a prendere dimestichezza con un funzionamento mentale che di solito ignoriamo. È ciò che potremmo chiamare la modalità dell’essere della mente. Jon Kabat-Zinn
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti Il protocollo MBSR