
Questa è una recensione articolata: un libro, due diversi podcast e un po’ di storia personale. Le persone della mia generazione non faranno fatica a ricordare chi era Osho o Bhagwan Shree Rajneesh. Ha avuto un impatto sulla cultura giovanile negli anni ’70 davvero imponente. I giornali gli dedicavano copertine, e molti, prima o poi finivano a Pune, nel suo ashram o a Miasto, la comunità italiana nata sotto la spinta di Ma Prem Pratiti, milanese di buona famiglia che dedicò una parte del suo ingente patrimonio alla comunità sannyasin. Molti dei miei amici diventarono sannyasin, scelta che voleva dire vendere tutto e donare tutto alla comunità sannyasin che da lì in poi avrebbe offerto in cambio vitto e alloggio per il resto della vita. Io non sono mai diventata sannyasin anche se ho frequentato Miasto per anni, ho fatto la meditazione Dinamica e la Kundalini ripetutamente. Ma non si sono mai fidata o forse dovrei dire affidata. C’era qualcosa che mi attirava e molte delle rivoluzioni cliniche nel campo della psicoterapia hanno avuto come incubatori proprio le comunità sannyasin. Nello stesso tempo la mia indipendenza non accettava questo surrender di cui tanto si parlava. Ho amato la mindfulness e la vipassana proprio per questa ragione: nessun Guru e nessuno che dichiara di essere illuminato. Se lo sei lo tieni per te: affermarlo è considerato un aspetto di Mana, l’orgoglio, e ti rende immediatamente non illuminato!.
Negli anni ho avuto ragione. Quando la comunità si spostò in Oregon fu chiaro che c’erano aspetti oscuri che diventarono poi le ragioni della chiusura dell’ashram e l’inizio di vicende giudiziarie che portarono sia Osho che Sheela, la sua segretaria, in prigione.
Questa è la storia superficiale ma la storia vissuta da dentro la puoi trovare in due podcast e un libro. Parlo dei podcast della giornalista Roberta Lippi, Dragon Lady, il lungo racconto di Deeksa, una discepola di origini italiane che fu una delle figure preminenti a Pune e che rimase con Osho fino all’inizio dell’avventura in Oregon, un’avventura da cui si distaccò con ottime ragioni. Questo podcast viene in successione con l’altra serie “Soli” che racconta l’avventura dei bambini dei sannyasin che hanno vissuto l’esperienza di “essere figli della comune” invece che della propria famiglia. Un’esperienza che per la maggioranza fu piena di aspetti negativi ma che, per alcuni, fu anche una grande opportunità di crescita. Tra queste c’è Camila Raznovich, l’autrice di “Lo rifarei” (cartaceo, ebook o audiobook), un libro uscito nel 2006, prima della nascita delle sue due figlie. Roberta Lippi intervista anche lei che, adesso, a distanza di 18 anni, una psicoterapia e due gravidanze dopo mette tra parentesi quell’esperienza che l’ha resa molto intraprendente, coraggiosa e all’avanguardia ma le ha fatto sperimentare tutta la fatica di separazioni precoci, vita in ambienti senza una persona di riferimento e cambiamenti su cui non aveva davvero la possibilità di scegliere.
C’è un punto su cui vorrei soffermarmi in questa lunga recensione: la famiglia è un buon luogo in cui crescere? Per Osho la famiglia era la causa di tutta la patologia e chiunque faccia la psicoterapeuta sa, per esperienza diretta, che la famiglia può essere un luogo difficile. Ma non per questo una comunità allargata di vita è uno spazio senza pericoli. Molti bambini della comunità riportano di aver avuto esperienza di molestie o abusi sessuali, altri esperienze di solitudine molto intensa. Altri ancora sono morti per giochi troppo pericolosi fatti senza la supervisione di un adulto. Cos’è allora il segreto della resilienza di Camila e di suo fratello? Cosa ha fatto sì che per loro, pur con tutte le difficoltà, sia stata un’occasione di crescita e per altri, come Siddharta, il golden boy di Osho, un incubo difficile da superare? Se sapessimo rispondere con certezza a queste domande avremmo davvero in mano la chiave della felicità. Non quella che possiamo coltivare da adulti ma quella che ci può permettere di far crescere bambini sani per non dover poi riparare uomini e donne rotti dalle esperienze familiari (o di comunità)
Libro e podcast da leggere per farsi la propria idea: a distanza di anni continuo a credere che la cosa più importante sia avere una propria idea non manipolabile. Infine, molta stima per Camila, per come ha raccontato la sua esperienza del 2006 e per come l’ha rivisitata oggi. Moltissima stima per Roberta Lippi che ha lasciato spazio accurato e gentile, senza invadere con il suo punto di vista. Forse, alla fine, vorrei un podcast solo del suo punto di vista!
© Nicoletta Cinotti 2023 Addomesticare pensieri selvatici
Camila Raznovich, Lo rifarei” (cartaceo, ebook o audiobook), Dalai Editore
Storie libere fm, Dragon Lady e Soli, a cura di Roberta Lippi