
Non capisco perché sia così difficile stare insieme, mi ha detto ieri una persona, facendo riferimento alle difficoltà che incontra nelle relazioni affettive e sentimentali. Se tutti vogliamo una relazione e siamo predisposti, come esseri umani, alla relazione perché è così difficile? ha continuato guardandomi dritto negli occhi. Mi sono sentita come ti senti di fronte alle domande dei bambini, quelle semplici semplici ma che nascondono verità difficili da capire e anche da spiegare. Perché la luna non cade dal cielo? mi chiese una volta mia figlio, rivelandomi così quanto poco sapessi della forza di gravità. Ecco, perché non cadiamo continuamente uno nelle braccia dell’altro se siamo così predisposti alla relazione? Perché non mostriamo semplicemente il nostro lato affettuoso, aperto e disponibile se davvero non possiamo vivere senza un contesto sociale? Perché rendiamo tutto così complicato?
Le ho risposto che francamente non ho delle certezze ma solo delle ipotesi perché dire che so la verità su questo argomento avrebbe nascosto il fatto che mi faccio questa domanda più o meno da quando sono nata. Da quando ho iniziato a vedere i miei genitori inseparabili e litigiosi. Anche adesso che sono molto anziani: inseparabilmente litigiosi. La mia idea è che nasciamo con un cuore aperto, consapevoli di quanto bisogno abbiamo degli altri per vivere. Consapevoli del nostro bisogno di amore e relazione e che, man mano che veniamo feriti, costruiamo difese a posteriori. Non ci hanno risparmiato il dolore, perché nascono quando il dolore è già avvenuto ma fanno pagare a chi viene dopo il prezzo relativo a quel dolore. Come se la nostra risposta fosse sempre in ritardo di una relazione. Facciamo pagare al partner attuale quello che avremmo dovuto far pagare al partner precedente. E così via. A questo aggiungiamo chiusure di principio: qualunque sia la persona che abbiamo davanti ci sono parti di noi che difendiamo ad oltranza e che non mostriamo per paura.
Potremmo banalizzare dicendo che uomo e donna sono diversi ma io conosco tanti amici che sono in una relazione affettiva con una persona dello stesso sesso e che incontrano le stesse identiche difficoltà che si incontra in una coppia eterosessuale. Non è la diversità che complica le cose. Siamo tutti unici. È la chiusura che le rende complicate e la paura ad aprire di nuovo che rende un miraggio la realizzazione dell’attrazione. È vero siamo reciprocamente attratti dagli altri, per sesso, affetto, amicizia, sorellanza, fratellanza ma la gravità delle nostre difese ci tiene ben distanti come la luna e la terra.
Convinti che se si avvicinassimo, se cadessimo gli uni nelle braccia degli altri sarebbe un disastro. Forse sarebbe l’inizio di una nuova vita.
Nell’amore i due cuori sono sintonizzati sullo stesso ritmo. Perché questo accada, il cuore deve essere aperto. Un cuore chiuso non può sentire l’amore perché non può connettersi al cuore dell’altro. Due cuori che battono allo stesso ritmo è il ritornello degli amanti. Il blocco non inizia nel cuore ma nei tessuti che lo circondano, nei muscoli della cavità toracica. Quando diventano cronicamente tesi, il cuore diventa bloccato in un contenitore rigido che limita la sua possibilità di sentire la connessione con gli altri. Questo fa emergere il senso di solitudine che molte persone provano: la chiusura del cuore ci impedisce di sentire la connessione. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: Esplorare rifiuto e accettazione
© Nicoletta Cinotti 2019 Amore e passione tra mindfulness e bioenergetica
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