
A volte avrai sentito dire “mettere una mano sulla coscienza” come se la coscienza fosse dislocata in qualche parte del corpo, tangibile e concreta come qualsiasi altra parte di noi. Credo che sia perché, in effetti, la nostra coscienza, protesta, parla, dirige. Entra in gioco in tante circostanze. Così ho preso l’abitudine di mettere una mano sul cuore. Son quasi certa che la mia coscienza abita lì e mi immagino che probabilmente anche la tua abbia preso dimora in quello spazio. Quando metto una mano sul cuore, durante la meditazione, non è mai a caso. Lo faccio per ricordarmi di volermi bene. È uno di quegli affetti che potremmo credere duraturi e invece è soggetto a parecchi sbalzi. Sbalzi d’umore e di considerazione. A volte metto in primo piano l’affetto per me, altre volte è l’ultimo dei miei pensieri e, soprattutto, l’ultima delle mie azioni.
In genere mi voglio bene quando sono capace, quando faccio una cosa e mi riesce. Quando mi sfido e vinco. Quando invece mi perdo, non riesco ad infilare il filo della soluzione, non mi funziona qualcosa sul computer o anche in quella misteriosa divinità che si chiama sistema tessera sanitaria, trovo subito ragioni di antipatia. In una parola è facile volermi bene quando porto a termine quello che mi ero chiesta di fare. In tutte le altre situazioni ci son dubbi e domande. Perché son così, innamorata delle capacità e insofferente alla mia incapacità. Allora, in quei momenti, quanto mi fa bene mettere una mano sul cuore, perdonarmi di nessun altro reato che quello di aver deluso le mie stesse aspettative, ricordarmi che dai nemici esterni mi difendo io ma dal nemico interno chi può difendermi? Chi può proteggermi da quel rumore bianco che sorge quando sbaglio? Quale scudo, quale nido mi può dare riparo se non la mia mano che poggio, nella sua parte tenera, il palmo, proprio dove potrei venir graffiata dalla logica impietosa della mente?
Che ci possa essere gentilezza nel tuo sguardo quando guardi dentro. John O’Donohue
Pratica del giorno: Cullare il cuore oppure la pratica delle 8 su Fb che rimane registrata anche dopo
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo di Mindful Self Compassion