
Ci sono intimità che si guadagnano con la vicinanza fisica: passare del tempo fianco a fianco, anche se sono ore dedicate al lavoro, sviluppa una forma di intimità. Magari è una intimità che non sempre è desiderata e condivisa ma è sempre intimità. Se non lo fosse non avremmo bisogno di provare avversione o simpatia. Questa intimità retta dalla vicinanza fisica può farci compagnia, divertirci, annoiarci, fornirci stimoli e coinvolgimento. Può spingerci a regolare la distanza mantenendo un clima di riservatezza oppure farci provare il desiderio di aprire e cambiare qualcosa del nostro modo di entrare in relazione. In una relazione affettiva questa intimità retta dalla vicinanza fisica può diventare coinvolgimento, legame, dipendenza. Può declinare sfumature piacevoli o spiacevoli ma rimane legata alla misura del contatto e alle emozioni che sono legate al contatto.
Poi c’è un’altra intimità che non si regge sulla base della distanza ma sulla base della profondità. È quando ciò che avviene in una relazione ci spinge a conoscere qualcosa in più di noi. In quei momenti che l’altro sia fisicamente vicino o lontano non ha importanza. È importante che si sia risvegliato quel processo di riflessione interiore che è sempre personale perché fatto dalla nostra disponibilità a conoscerci. Questo tipo di intimità fornisce materiale per le nostre rivelazioni. È quell’intimità che ci fa dire “io sono così”. Quando l’altro suscita questo tipo di intimità, un’intimità che va oltre le superficie delle cose e oltre la superficie del nostro apparire nel mondo , che non abbiamo più strettamente bisogno della vicinanza fisica. È quell’intimità che ci fa dire che anche se sono passati anni è come se fossimo sempre stati insieme. Perché abbiamo conosciuto l’uno dell’altro qualcosa che è più della nostra storia, qualcosa che va oltre la condivisione di azioni. Qualcosa che è il sapore di un legame. Un sapore unico come il sapore della compagnia. Quando non importa parlare per sapere che siamo insieme, lo sentiamo dentro. Queste due intimità possono coesistere ma hanno, tra di loro, una grande differenza. la prima è soggetta alla memoria: possiamo dimenticarci il nostro compagno di banco., il collega di lavoro, l’amico della spiaggia. La seconda non è dimenticabile: nessuno dimentica come un’altra persona ci ha fatto sentire. In bene o in male: questa è l’intimità delle cose che facciamo fatica a perdonare.
Ho imparato che le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire. Maya Angelou
Pratica di mindfulness: Comprendere le notizie del cuore
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo di Mindfulness interpersonale