
Ci sono alcune illusioni che nutriamo come se fossero ciambelle di salvataggio: ci fanno male ma non ci decidiamo a lasciarle.
Illusione numero 1: Inizio dalla più perniciosa, la convinzione che, se troveremo la persona giusta, il nostro cuore non si spezzerà mai. È un’illusione che sorge all’inizio di una storia d’amore – non importa se l’amore della nostra vita è il lavoro, un partner, un figlio. Lo guardiamo e mentre lo vediamo nascere, spunta questo fiore, resistente come l’edera. “Non spezzerai mai il mio cuore, lo so, lo sento, ne sono sicura/o“. Invece abbiamo scelto quella persona, quel lavoro, quell’amico proprio perché spezzerà il nostro cuore nel punto in cui nessun altro sarebbe riuscito a farlo. Solo lui, solo lei avrebbero potuto affondare il colpo così in profondità e lasciarci lì, con l’esoscheletro del nostro cuore davanti a noi.
Lo scopo di quella ferita è farci crescere. Come molti animali – che abbandonano ripetutamente la pelle esterna e non credo che sia completamente indolore – anche noi siamo chiamati a crescere lasciandoci alle spalle il nostro esoscheletro.
Siccome siamo animali intelligenti facciamo una cosa piuttosto stravagante: anziché metterci a crescere cerchiamo di indossare nuovamente l’esoscheletro. A volte cerchiamo anche qualcuno che ci aiuti a rimetterlo in sesto il più possibile con un rapido – ed illusorio – restauro. Fino a che una nuova ferita lo farà cadere a terra. La vita non accetta deroghe alla crescita: se non capiamo ci ripresenta lo stesso problema. A volte è un invito a cambiare, a volte ad accettare. In ogni caso a crescere.
La domanda che questa illusione ci lascia è, perché chi amiamo ci ferisce? Perché, direbbe il Piccolo Principe, ci siamo presi cura di loro e loro si prendono cura di noi mettendoci – con acume – di fronte alla realtà. Tirandoci giù dal letto delle illusioni in cui vorremmo continuare a dormire. Anche il nostro lavoro ci spezza il cuore per la stessa ragione: per svegliarci.
E, in quel momento, quell’esoscheletro di fronte a noi ci costringe a fare qualcosa che – noblesse oblige – vogliamo a tutti i costi evitare: chiedere aiuto. Quell’atto così umano e diretto, quel movimento con il quale si cresce.
Non ci sono alternative rispetto al fatto che il nostro cuore ogni tanto si spezzi. L’unica alternativa è che siano i progetti, le persone, le cose che amiamo di più a farlo. Oppure gli sconosciuti perché avremo tenuto tutto l’amore lontano per non essere feriti.
“Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
Che non importa quanto buona sia una persona, ogni tanto ti ferirà. E
per questo bisognerà che tu la perdoni.
Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi
per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici
cambiano.
Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi
siamo responsabili di noi stessi.Paolo Coelho
Pratica di mindfulness: Centering meditation
© Nicoletta Cinotti 2018 Amore e passione tra mindfulness e bioenergetica
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