
Forse ti sarà successo di rimanere spiazzato dalla domanda di un bambino oppure di ricordarti con chiarezza, qualche intuizione della tua infanzia, che aveva suscitato stupore negli adulti.
Spesso i bambini esplorano un argomento con acume filosofico, come se fossero attraversati da momenti di grazia in cui tutta la loro energia è messa al servizio della riflessione. Lo fanno traendo conseguenze originali che colpiscono perchè hanno una profondità radicale.Sono momenti in cui colgono il paradosso degli adulti e la fragilità delle loro posizioni. I tavoli del posto dove ho mangiato ieri sera sono piccoli e vicini l’uno all’altro. Accano a noi una coppia: un padre con la sua bambina. Uno di fronte all’altro. I bambini non hanno il senso che, di certe cose, è meglio non parlare a tavola, soprattutto in un posto con i tavoli così vicini. Le sue domande erano nitide, precise come una lama. Il padre stava spiegando che, anche se lui e la mamma non si volevano più bene, avrebbero sempre continuato ad amarla, “Perchè dici che continuerai ad amarmi per sempre se hai smesso di amare la mamma? Ho visto il padre cominciare a cedere, per l’imbarazzo, forse, ma, soprattutto, per la difficoltà di quella domanda semplice. Ho cercato di mettere la testa e gli orecchi nella zuppa. Ma la domanda successiva è stata come una freccia che ha risuonato in tutta la stanza: perché ci sono amori che durano e amori che non durano?” .
Certo possiamo dare molte spiegazioni e offrire molte rassicurazioni ma quella bambina coglieva nel segno: anche i sentimenti possono cambiare e se cambiano per mia mamma possono cambiare anche per me. La terribile proprietà transitiva che rende vero per tutti qualcosa che succede a qualcuno. L’ipotesi che l’amore possa finire: una incertezza che i bambini colgono subito e riportano a se stessi.
Quello che era difficile in quelle domande non era solo il contesto in cui avvenivano: sono domande che ci facciamo tutti e alle quali non sappiamo stare di fronte con tanta calma lucidità. La mente di un bambino coglie con precisione il paradosso e lo mette in luce. Ecco vorrei che quella lucidità durasse tutta la vita. Che quella visione originale, personale, non si spegnesse. Che quella grazia con cui stava nelle sue domande e con la quale aspettava le risposte, rimanesse con lei sempre. Non sembrava angosciata: sembrava consapevole e calma: desiderosa di capire. Forse non sarà così ma se riuscirà a rimanere fedele alle sue domande potrà scoprire che l’amore si conosce solo amando, senza promesse future.
A parlare propriamente non ci sono persone sveglie, c’è soltanto un’attività sveglia. Shunryu Suzuki La mente del principiante
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio