
Ho un solo specchio lungo, giusto per verificare l’insieme. È accanto alla porta di casa. E poi lo specchio d’ordinanza: quello dei bagni. Quando passo davanti allo specchio getto un’occhiata, come se fosse inevitabile guardarmi.
Lo specchio è imparziale: non giudica, non commenta. Restituisce esattamente quello che gli dai. In questo caso la nostra immagine. Non è che dice, “oggi voglio vedere solo tuo marito“. Se passo io davanti allo specchio va bene. Se passa lui va bene uguale. Questa potrebbe essere la posizione da tenere durante la meditazione. Passa una sensazione fisica, una sensazione emotiva, un pensiero e noi lo riflettiamo, come uno specchio. Senza commentare “…ehi tu non dovevi passare di qui proprio ora che sto meditando! Ripassa in un altro momento!”. Diventiamo semplicemente testimoni di quel circo che c’è dentro di noi e lo riflettiamo senza giudicarlo.
In. teoria. In pratica le cose funzionano diversamente. Passiamo davanti allo specchio e ci aggiustiamo la cravatta, i capelli, il cuore. in un continuo “sistemarsi”, proprio come accade quando passiamo davanti allo specchio e scatta “L’occhio critico”. Oppure facciamo come Dorian Gray: per non accorgersi di essere invecchiati teniamo tutti gli specchi velati. Ossia non guardiamo mai dentro per paura di quello che potremmo vedere.
Io farei una proposta: mettiamoci nella posizione dello specchio. Non giudica ma riflette. Non cattura niente di particolare se non quello che gli passa davanti. Ma soprattutto uno specchio non ha niente da ottenere. Nulla che desidera e niente che rifiuta. Così potremmo incontrare il riposo della meditazione. Così, soprattutto, potremmo imparare. Imparare gli schemi che stanno dietro ai nostri comportamenti, riconoscere gli interruttori di accensione delle emozioni, vedere i film che ci raccontiamo e riconoscere che la nostra tristezza, ansia, depressione è, molto spesso, solo l’infelicità di non trovare quello che vorremmo vedere.
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.Fernando Pessoa
Pratica di mindfulness: La meditazione dello specchio
© Nicoletta Cinotti 2022 Il protocollo MBCT online