
A nessuno di noi piace un eccesso di ripetizione. La ripetizione può essere rassicurante: non lo è quando diventa una forma cronica di disagio. Curiamo velocemente le malattie acute proprio per evitare che diventino croniche. Cerchiamo strade e soluzioni perché quello che ci affligge ora non sia la stessa cosa che ci affliggerà domani.
Per fare questo abbiamo bisogno di imparare linguaggi diversi. Per non fare sempre lo stesso errore dobbiamo imparare. Per non trasformare in cronica una emozione spiacevole dobbiamo, invece, “smettere di imparare”. “Smettere di imparare” può sembrare un paradosso. E in parte lo è. A volte, infatti, la nostra pretesa di capire perché le cose accadono e di arrivare al succo della nostra esperienza può diventare un modo per trasformare alcuni aspetti in cronicità. Ti faccio un esempio. Io amo molto le ciliegie, di tutte le qualità. Mi piace il loro colore, quello sprizzare del succo appena le mordi, quell’essere sempre diverse una dall’altra nel gusto e nella tessitura, anche se raccolte dallo stesso albero. Quel tenere dentro di loro ogni raggio di sole. Ad un certo punto però arrivi al nocciolo. E li non hai scelta: il piacere è finito e devi rinunciare a nutrirti di quella parte del frutto. La devi lasciar andare.
Le nostre emozioni sono come le ciliegie: una tira l’altra e una è diversa dall’altra. A un certo punto però arrivi al nocciolo, a quella parte dell’emozione che non è più nutriente: è solo legnosa. A quel punto è necessario lasciarle andare, anche se non abbiamo capito tutto, anche se non sappiamo perché di ogni cosa. Pretendere di finire quell’emozione ci costringerebbe a tenere il nocciolo in bocca e ci impedirebbe di prendere altre ciliegie. Quando arriva un’emozione spiacevole noi tendiamo a tenerla dentro troppo tempo, perché vogliamo capire perché è arrivata, come fare a non farla tornare, e la mastichiamo infinite volte senza riuscire a trasformare quel nocciolo in un frutto gustoso come quello che abbiamo appena mangiato. Lo facciamo in particolare con le emozioni negative ed è così che diventano elementi di cronicità. A volte, addirittura, non contenti, le andiamo a ripescare volontariamente per vedere se riusciamo a digerirle. È importante imparare. È importante riconoscere quando non c’è più niente da imparare ma solo da accettare che da quel nocciolo, forse, nasceranno altri frutti. Per questo dobbiamo lasciare che ritorni alla terra da dove è nato. Da quell’insieme misterioso, fertile e indistinto che è la nostra terra, il nostro inconscio, la nostra mente.
Non dovrei sentirmi così è un classico. La mente contesta la realtà. la realtà è questa: in questo preciso momento provi quello che stai provando. Ma la tua mente dice: “la realtà è sbagliata!Non dovrebbe essere così! Basta! Datemi la realtà che voglio io!. Questa specie di lite con la realtà non si conclude mai a tuo favore. Russ Harris
Pratica di mindfulness: Lasciar andare
© Nicoletta Cinotti 2019 Ritiro