
Forse sai già cos’è un bypass. Magari qualcuno che conosci ha un bypass o ne hai uno in casa per far funzionare meglio il tuo sistema idraulico. Ci possono essere tanti tipi di bypass. Si mettono quando si vuol ripristinare il flusso di un liquido da una zona dove c’è una ostruzione. Allora invece che togliere l’ostruzione si costruisce un bypass che aggira il problema. È una soluzione intelligente perché garantisce il funzionamento del sistema anche senza rimuovere il problema.
Dal punto di vista psicologico direi che siamo dei maghi del bypass. Mettiamo bypass un po’ ovunque per aggirare il problema senza rimuoverlo. A volte il bypass è far finta che il problema non esista, a volte è cancellare qualcuno dalla propria vita. Altre volte è evitare quello che ci sembra sgradevole. Insomma ognuno di noi ha diversi tipi di bypass che tiene attivi e se si blocca anche il nuovo bypass ne facciamo subito un altro per sistemare le cose prima possibile.
Uno dei più famosi bypass emotivi è “perdono ma non dimentico”. Abbiamo fatto un bypass che ci permette di aggirare il problema ma l’ostruzione, costituita da quel “…non dimentico” rimane lì. Sembra essere un fattore protettivo ma in realtà è un modo per aggirare il dolore che quell’evento ci ha causato e che non vogliamo sentire mai più. Oppure usiamo il bypass per nascondere la vergogna e il senso di colpa che proviamo per quello che è successo, come se avessimo paura che guardare in faccia la verità comprometta per sempre la nostra immagine di noi.
Il punto è che un po’ di bypass vanno bene ma quando ce ne sono troppi anche il cuore ne soffre e si trova a vivere una vita a scartamento ridotto. Così per togliere i bypass inutili abbiamo bisogno di accettare che il dolore fa parte della vita e che le cause di quello che è successo non dipendono solo da noi o solo dall’altro ma da un insieme di fattori. Diventa importante considerare che la possibilità dell’errore e la possibilità del dolore non verrà eliminata da nessun bypass. tanto vale attrezzarsi per guardare il proprio dolore e i propri errori senza sentirsi annientati.
Quello che fa male, ti benedice. L’oscurità è la tua candela.
Dove c’è la rovina, c’è speranza per un tesoro.
Non allontanarti. Mantieni il tuo sguardo su quel posto fasciato. E’ lì che entra la luce dentro di te.
ll dolore può essere il giardino della compassione. Se mantieni il tuo cuore aperto a tutto ciò, il dolore può diventare il tuo più grande alleato nella ricerca di amore e saggezza.
Continua a rompere il tuo cuore, fin quando non si aprirà. Testo attribuito a Rumi
Pratica di mindfulness: Dalle crepe entra la luce (pratica delle 8 su Zoom oppure in differita su YouTube)
© Nicoletta Cinotti 2021 Il programma di Mindful Self-compassion