
Mi piacerebbe ribaltare il nostro modo di considerare la distrazione. Non intendo dire che sia una buona cosa ma solo che ha una buona intenzione realizzata in un modo che può darci fastidio. Qual è la buona intenzione della distrazione? Per strano che possa sembrare è quella di proteggere l’accesso alla stanza del tesoro. Immagina che gli imprevisti, i dolori, gli eventi avversi siano come ladri che tentano di rubare il tuo tesoro. Un tesoro che si trova al centro, nella sala più bella. I distrattori sono tentativi di impedire che i ladri arrivino nella stanza del tesoro o che lo danneggino.
Anche se il sistema che scegliamo – ossia la distrazione ci sembra che diventi peggio del male da cui vogliamo proteggerci, ogni volta che ti distrai durante la pratica – o ogni volta che ti distrai nella vita quotidiana – stai realizzando una buona intenzione portata avanti con un comportamento che puoi cambiare. Domandati solo qual è la buona intenzione. Anzi, già che ci sei chiedi a te stesso, al tuo distrattore in azione in quel momento, da che cosa vuole proteggerti e chiedigli anche se non può trovare una strada alternativa per proteggerti. Scoprirai così che basta solo chiedere al distrattore da cosa vuole proteggerti perché sia possibile tornare presenti. La distrazione è un sistema di difesa. Nel momento in cui lo riconosciamo non c’è più timore di perdere la strada, di perdere la presenza. in quel momento possiamo entrare nella consapevolezza aperta, quella qualità di consapevolezza che trasloca la presenza dal momento della pratica al momento in cui siamo nella nostra vita quotidiana. Un trasloco essenziale per la felicità alla quale aspiriamo.
La coscienza richiede solo che prestiamo attenzione alle cose e le vediamo così come sono. Non richiede che cambiamo nulla. Jon Kabat-Zinn
Pratica di mindfulness: La consapevolezza aperta oppure la pratica delle 8 su FB (la registrazione rimane anche dopo)
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo MBSR