
Il pregiudizio che emozioni e ragione debbano essere separate è un pregiudizio storico, filosofico, alla base della nascita del pensiero scientifico. Eppure non possiamo fare a meno di “sentire” una sensazione emotiva di soddisfazione quando qualcosa per cui abbiamo lavorato si realizza. Non possiamo fare a meno di riconoscere il piacere che ci danno alcune attività, anche se sono attività semplicemente razionali.
Perché studieremmo ore se non ci fosse un elemento di piacere? Perché staremmo al computer se questo non fosse anche piacevole? Non possiamo spegnere (e fortunatamente) il nostro rilevatore di piacevolezza anche per la più razionale delle nostre attività. Perché mente e cuore non sono separati e l’una dà sostegno all’altra. Si rafforzano a vicenda, ecco perché, come dicevo ieri, abbiamo bisogno di strade che abbiano un cuore. Altrimenti la nostra motivazione ad andare avanti non è sostenuta.
La vera differenza è l’essere consapevoli di quanto siamo emotivamente coinvolti nelle nostre scelte. Solo così possiamo comprendere perché non ce ne andiamo quando sarebbe opportuno o insistiamo anche in modo contrario alle apparenze. Perché, anche se ci sforziamo di mascherarlo, per contrabbandarlo come determinazione, noi abbiamo una naturale necessità di mischiare ragione e affetti. L’esserne consapevoli ci offre un’opportunità in più e ci permette di capire quando le nostre emozioni giocano contro di noi e quando sono a nostro favore. Sì, perché né la ragione né le emozioni sono sempre a nostro favore. Giocano la loro partita, vogliono vincere come qualsiasi altro giocatore. Sta a noi metterle insieme, farle dialogare e scegliere quale direzione dare al nostro impegno. Un impegno senza direzione non ha risultati, una direzione senza cuore non ha felicità.
Quando esitiamo ad essere diretti, senza saperlo infiliamo qualcosa addosso, qualche ulteriore strato di protezione che ci impedisce di sentire il mondo e spesso quella sottile coperta è l’inizio di una solitudine che, se non dismessa, diminuisce le nostre possibilità di gioia. Mark Nepo, The book of awakening
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del corpo
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo MBSR