
Mi appassionano le parole e le sfumature che portano con sé. Ci sono parole che sembrano simili ma non lo sono affatto.
Distacco e distanza sembrano simili eppure sono diversi. Nel distacco abbiamo tagliato fuori lo scambio emotivo con il mondo esterno. Nella distanza misuriamo quanto stare vicini e sperimentiamo le diverse sfumature della relazione in rapporto alla distanza che abbiamo dai nostri interlocutori. Ci sono momenti in cui la distanza è minima e momenti in cui abbiamo bisogno di una grande distanza e regolare la distanza spesso è un modo per regolare l’intensità emotiva e l’intimità. Nel distacco invece ci allontaniamo e basta, anche se rimaniamo vicini non siamo più sensibili all’aspetto emotivo della relazione. Ce ne siamo andati anche se siamo uno accanto all’altro.
Tra distacco e distanza c’è la stessa differenza che c’è tra guarire e venire curati. Avere una malattia non sempre significa guarire, sempre chiede di venir curati. A volte lo chiediamo a noi stessi. Altre volte lo chiediamo agli altri perché la nostra cura, da sola, non basta. Ma nel venir curati la distanza non è mai distacco. La cura presuppone un’attenzione e una qualità di affetto anche se avviene nel rapporto medico-paziente. Ci sono medici che curano proprio con il loro atteggiamento prima ancora che con le medicine. E altri che non curano – anche se hanno una competenza eccezionale – proprio perché mancano della qualità di affetto della cura. In entrambi i casi il risultato può essere guarire (e potremmo anche pensare che questa è l’unica cosa che conta) ma se ci siamo sentiti curati quella guarigione avrà un vantaggio in più. Ci avrà insegnato a rapportarci in modo diverso alla nostra malattia, alla nostra invalidità. L’avremo guardata con una qualità di affetto tenendola presente in modo diverso. Perché guarire è affrontare le cose così come sono.
Può essere possibile o meno curarci per una certa malattia o invalidità; ma è sempre possibile guarire. Guarire, in questo senso, significa rapportarci in modo diverso alla nostra malattia, alla nostra invalidità, perfino alla nostra morte, imparando a guardarla con gli occhi della totalità. Guarire è affrontare le cose così come sono. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2019 Serata di presentazione del protocollo MBSR a Genova e a Chiavari
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