
A volte le persone mi chiedono come mai stanno ancora male, malgrado le cure che fanno. La prima risposta è sempre di conforto ma è solo la risposta più superficiale. La vera risposta è che, quando continuiamo a stare male, la questione non sono i problemi ma la mente.
Quando iniziamo a curarci molto spesso abbiamo in mente una serie di problemi e difficoltà alle quali attribuiamo la causa del nostro malessere. Se, una volta risolti questi problemi – che raramente sono la vera causa del nostro malessere – continuiamo a stare male, la ragione è un’altra. E riguarda il modo di funzionare della nostra mente.
È come se la mente imparasse una modalità di funzionamento – legata alle risposte apprese dalle emozioni più frequenti – e poi continuasse ad usare quelle modalità di funzionamento anche in assenza di situazioni attivanti. Così, anche se tutto nella nostra vita va bene, continuiamo a stare male.
La mente è il nostro tesoro più prezioso e il nostro nemico più nascosto. La pratica funziona a questo livello: inizialmente ci calma. poi ci permette di comprendere come funziona la mente e ci aiuta a non rimanere catturati dalle solite trappole mentali.
Così, quando la mia amica sempre piena di amici e contatti – con una capacità di entrare in relazione che io non ho nemmeno nei miei giorni migliori – mi scrive dicendomi “mi sento sola”so che mi dice la verità. Però mi dice anche una bugia: non è effettivamente sola ora. È stata sola e la sua mente si è strutturata attorno a quella sensazione. Per cui malgrado abbia imparato infinite strategie per non essere sola, continua a sentirsi così. Qui non serve cercare soluzioni: è necessario cambiare la mente. Cercare amici, relazioni, contatti non funzionerà. È necessario mettersi faccia a faccia con la propria mente e dirsi “Va bene così: posso aprirmi anche con questa esperienza”. “Posso imparare a conoscere come funziono e non credere agli slogan che mi percorrono come una vecchia propaganda nazista”.
Perchè non sempre stiamo male perchè abbiamo dei problemi. Molte volte stiamo male perchè abbiamo una mente che rimane aggrappata ai problemi perchè è l’unica cosa che conosce. Diamogli un’alternativa: offriamo alla nostra mente la possibilità di conoscersi e non solo di difendersi.
Usiamo la mente come strumento di conoscenza e non solo come strumento di difesa: fa una bella differenza. È per questo che spesso le persone più difese non sono le più sicure e nemmeno le più felici: perchè non sanno come funzionano sanno solo come avere paura.
Percepiamo indistintamente il dolore, l’angoscia, e la disperazione esistenti appena sotto la superficie, ma siamo decisi a vincere la debolezza, a superare le paure e sormontare le angosce. Per questo i libri su come migliorare se stessi o su come fare una data cosa sono così popolari. Purtroppo, questi sforzi sono destinati a fallire perché essere una persona non è qualcosa che si può fare; non è un atto definito: è un qualcosa che ci obbliga a interrompere il nostro lavoro frenetico, a prendere il tempo di respirare e sentire. Alexander Lowen
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© Nicoletta Cinotti 2018 A scuola di grazia e non di perfezione
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