
Quando passo più tempo in meditazione vengo sempre ripagata. Così dopo questo fine settimana dedicato al Reparenting il piccolo regalo, la grande rivelazione che ho trovato sotto l’albero della pratica, è stata la consapevolezza nuova rispetto allo stato mentale della delusione. Sapevo intellettualmente molte cose sulla delusione ma non avevo mai avuto così chiaro cosa succede a me quando rimango delusa e come addormento il dolore della delusione.
Sono un’esperta in minimizzazione e compensazione. Come arriva l’odore, anche lontano, della delusione, mi metto subito alla ricerca di una buona compensazione che addolcisca l’impatto e distragga l’attenzione dal negativo – il senso di delusione – al positivo, l’eccitazione per una novità. Quando la funzione va in pareggio la delusione è dimenticata. Purtroppo però non diventa apprendimento. Perché diventi apprendimento devo rimanere nel dolore un tempo sufficiente da far uscire il dolore allo scoperto (Il mio dolore tende a stare copertissimo!). Man mano che il dolore prende la sua dimensione inizia a sorgere un senso di compassione, prima per l’ingenuità che ogni delusione comporta, poi per la ferita. La fase dell’ingenuità è quella che mi spezza il cuore perché nell’ingenuità c’è la convinzione che tutto stia andando bene e l’attenzione è attirata dal positivo ma nel frattempo i ladri rubano nel cassetto del cuore.
Quando riesco a mettere insieme il dolore, la self-compassion per la ferita subita e per l’ingenuità agita, le cose iniziano a muoversi e inizio a camminare verso quello che, nella pratica, viene chiamato “sereno disincanto”. Francamente prima arriva il disincanto e poi, solo dopo, il sereno.
Poi c’è lo sguardo che lascia la delusione. per alcune persone rimane come un filtro davanti alle cose. per altre finisce dietro, nel dimenticatoio, come un’arte appresa e messa in azione. per alcune persone la delusione si accompagna al voler “finire prima”. per altre al voler, “provare ancora”, ostinatamente. per me il vuoto che rimane dopo il crollo di un’illusione, l’attimo in cui la delusione rivela la sua vastità, è il momento della libertà. Mi sento libera di cambiare strada e in buona compagnia. la delusione infatti è uno stato d’animo molto condiviso da grandi e piccini. La delusione è l’alter ego del desiderio e spesso vanno a braccetto. E noi in mezzo, a camminare sul terreno scivoloso della speranza.
Tutti gli eventi traumatici sono processati a livello dell’area limbica (…) il problema è sempre lo stesso: come ridurre la percezione del dolore? Lo facciamo prevalentemente attraverso sei modalità di difesa – le trovi nell’immagine del post – e attraverso la rimuginazione. Nessuno di questi sistemi di anestesia è perfetto: funzionano ma, proprio come succede con l’anestesia, sono a scadenza. Prima o poi l’anestesia finisce e il dolore ritorna. da Mindfulness ed emozioni
Pratica del giorno: Intimi con il respiro
© Nicoletta Cinotti 2022 Reparenting ourselves. Ritiro di bioenergetica e mindfulness