
Ci sono tre aspetti attorno a cui si organizza il nostro carattere: tre modalità difensive che raccontano di noi più di quello che crediamo. Spesso ci sentiamo incastrati nella ripetizione e, quando accade, il 90% delle volte è perché la nostra struttura caratteriale si mette di traverso, troppo spaventata per permettere che qualcosa cambi. È stata questa l’intuizione geniale di Wilhelm Reich: le persone arrivano in psicoterapia spinte dal disagio dei loro sintomi ma quello che davvero li mette nei guai non sono i sintomi ma la ripetizione prodotta dal loro carattere. I sintomi sono proprio come la febbre: il segno di un processo infiammatorio in corso.
Queste tre modalità ruotano attorno allo stile educativo ricevuto, disegnano come hanno risposto ai nostri bisogni genitori, educatori, insegnanti, società. Sono deprivazione/privazione; soppressione e frustrazione. Ci sono genitori che non hanno saputo, potuto o voluto prendere in considerazione i nostri bisogni che rimangono – urgenti e non ascoltati insieme – dentro di noi. Altri che hanno insegnato a trattenere per ricevere approvazione e sfuggire alla disapprovazione e hanno così insegnato a sopprimere, rimandare, posticipare il tempo per noi. Posticiparlo ad un dopo che non si capisce bene quando arriverà. Quando andremo in pensione? Quando i figli saranno grandi? Quando avrò finito di fare la mia to do lists?
La frustrazione invece è la modalità più evoluta dal punto di vista dell’Io: rischiamo, ci esponiamo e veniamo frustrati. E riproviamo. Siamo un mix ovviamente e l’importante è non seguire troppo ciecamente i consigli del nostro carattere. Meglio scegliere cosa fare che agirlo e lasciarlo sempre in scena.
Stamattina, alzata all’alba, dopo aver lavorato – inutilmente – con la nuova versione del mio sito che è user friendly più o meno quanto Joker, ho sentito tutti e tre questi aspetti del mio carattere. Mi privo del sonno con facilità, trattengo i miei bisogni essenziali e reggo la frustrazione (soprattutto quella del computer) con una resilienza fuori del comune. Forse però è proprio questo che mi incastra. Perché, se avessi fatto quello che volevo davvero, sarei stata mollemente sotto il piumino a gustare il calore intimo del letto. Mi sarei dimenticata l’agenda del giorno e le mail del commercialista che lampeggiano sempre minacciosamente e avrei lasciato perdere tutto per cercare la prima neve da qualche parte. Così aveva ragione Freud: il nostro carattere è comodo alla nostra cultura e alla nostra società. Essere adulti ci porta a continue mediazioni e l’unico vero principio del piacere che possiamo sempre realizzare è quello della consapevolezza. Che piacere sentire di esistere, senza bisogno di altro che di essere presenti.
Forse potremmo provare a fidarci del momento presente, accettando ciò che sentiamo o pensiamo in questo momento perché è il presente in atto. Se sapremo prendere posizione e ci abbandoneremo al presente in tutta la sua pienezza, forse scopriremo che il momento attuale merita la nostra fiducia. Jon Kabat Zinn
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2019 Il protocollo MBSR