
La predominanza della mente è così forte che raramente siamo consapevoli di come le nostre tensioni fisiche condizionino e diano forma al nostro umore, ai nostri pensieri e al nostro modo di rispondere alla vita. Ce ne accorgiamo solo quando abbiamo delle preoccupazioni ipocondriache. In realtà il corpo e come lo percepiamo – anche se non lo sentiamo – è la base su cui si organizza tutto il resto del nostro funzionamento. Siamo abituati a prenderne atto solo quando il corpo crea un problema di dolore fisico o di malattia. Per il resto del tempo lo trattiamo come un servo muto che esegue gli ordini della mente.
Questo accade perchè siamo sicuri di poter superare tutto con il nostro impegno e la nostra volontà ma non abbiamo fiducia che l’ascolto serva per superare i problemi. Così non ascoltiamo il corpo: troppo lento, troppo primitivo, troppo semplice. Meglio trovare qualche elaborata soluzione mentale. Che poi fallisce. Perchè il nostro corpo, per quanto lento, primitivo e semplice è onesto e sostiene solo la verità. Se non sente autentica una soluzione, una scelta, troverà il modo di dircelo, magari con qualche atto mancato. Magari con qualche strano sintomo. Imparare ad ascoltarlo ci permette di non arrivare alla soluzione solo con la volontà e lo sforzo: due ingredienti che sono a tenuta limitata.
Ascoltare il corpo – dargli lo spazio di espressione – ci permette di trovare delle risposte più lentamente. Quelle risposte però saranno autentiche. Perchè il corpo, dice il saggio, non mente.
I sentimenti positivi nascono dall’essere in contatto con se stessi. Nascono dall’arrendersi al corpo. Alexander Lowen
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2018 Radical self expression
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