
In tutte le mappe della metropolitana c’è un pallino rosso che dice “Voi siete qui”. A dir la verità c’è in tutte le mappe in cui, per varie ragioni, è possibile che la persona abbia perso l’orientamento e non sappia esattamente dove si trova. È perfettamente inutile avere una mappa se non conosci il punto in cui sei. Partiamo avendo visto dove siamo il più esattamente possibile. Questo succede quasi sempre. Tranne che in psicologia. Perchè in questo campo, molte persone sono più consapevoli di dove vogliono arrivare che di dove si trovano. Oppure sono più consapevoli degli errori degli altri che dei propri. Non è strano perché la consapevolezza è un processo riflessivo e ci sono molte condizioni che diminuiscono la nostra capacità riflessiva: lo stress, un pericolo, una sfida. Oppure il narcisismo. La condizione più difficile è quella legata al narcisismo perché le altre condizioni ad un certo punto si interrompono. Se siamo narcisisti la nostra difesa si basa sul non vedere e quindi anche cambiando le situazione non riusciamo lo stesso a mettere a fuoco. È una sorta di cecità all’amore: non è mai abbastanza quello che riceviamo e ci dimentichiamo di darne perché ci sembra che prima dovremmo ricevere tutto quello che ci spetta.
È per questo che la mindfulness è stata così salutare e diffusa: perchè permette di ricominciare a vedere l’amoroso scambio tra noi e la vita e lo fa in modo spontaneo. Non si può dire ad una persona inconsapevole che non è consapevole, né ad una persona narcisista che è narcisista: sarebbe un’inutile ferita. Però, guardandosi, guardando dento di noi possiamo cominciare a vedere e, finalmente, darsi il permesso di vedere le cose così come sono e, a quel punto, orientarci nella mappa della nostra vita.
Perché aver pensato, aver rimuginato sopra, anche tanto, non equivale ad essere consapevoli. Essere consapevoli equivale ad aver visto. Anzi ad essersi dati il permesso di vedere, perché non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. A quel punto compare il pallino rosso sulla mappa – il pallino rosso che dice “Sei qui” – e comparendo quel pallino abbiamo più chiari i passi che ci sono necessari. Non vediamo più tanto dove vorremmo arrivare, chi vorremmo essere e cosa sbagliano gli altri ma vediamo che cosa possiamo fare noi. Quello è un momento commovente. Nessuno è narcisista per cattiveria, tutti siamo narcisisti per difesa, per necessità, per paura di vedere i propri limiti, per paura di fare fatica. Da bambini non vedere può essere stata l’unica via di fuga: da adulti diventa una prigione.È una cecità acquisita delle quale possiamo liberarci. Anzi: una cecità che svanisce come neve al sole. Che bello vedere finalmente il pallino rosso del “sei qui”. L’unico antidoto a questa cecità è la consapevolezza. O l’amore.
Non è solo la voce del sangue a non aver bisogno d’occhi, anche l’amore, che dicono sia cieco, ha da dire la sua.Josè Saramago, Cecità
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
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