
Ci sono molte cose che sacrifico e che ho sacrificato per la mia efficienza. È vero, la sensazione di riuscire è piacevole. Fare qualcosa e portarlo a termine ti fa sentire meglio e qualche volta anche forte. Amo la tecnologia proprio perché mi consente di essere più efficiente ma ieri sera ho avuto chiaro quanto si può perdere per l’efficienza.
Ho appena cambiato gestore wi-fi per avere una rete veloce e stabile, visto che lavoro molto online. Ieri ho passato la mattinata dietro a questo impianto che non è solo cambiare modem. Così ieri sera avevo preparato un incontro con un sacco di materiale da condividere, con il mio portatile potente e con la nuova rete veloce. Ero proprio contenta.
Non capivo perché avessero tutti la faccia un po’ perplessa ma sicura della mia efficienza proseguivo a testa bassa. Poi ho capito: c’era un fruscio che io non sentivo ma che li ha tormentati per tutto l’incontro. L’hanno detto solo alla fine: forse si erano accorti che ero nel trip dell’efficienza e non volevano ferirmi Ma quando ho realizzato come loro avevano sentito e come io ero convinta che, invece, fossero andate le cose, ho avuto un’illuminazione. Quando sono efficiente sono così sedotta dalla sensazione di aver fatto tutto che perdo la relazione. Ho sentito una rabbia e un dolore che mi è sembrato simile ad uno schiaffo.
La rabbia per non aver capito prima. Il dispiacere per aver perso la possibilità di fare qualcosa. L’unica emozione che non ho avuto è stata il senso di colpa: faccio troppo perché tutto vada bene che ci sia spazio anche per quello! Perché dietro alle persone efficienti sta una lotta – accanita e senza quartiere – per non sentirsi mai in colpa. Per avere la “certezza” che tutto andrà bene perché tutto è stato fatto con attenzione. È un piccolo delirio, di quelli che non portano al manicomio ma allo stress. Beh, ieri sera ho perso e forse quella perdita è stata migliore di tante vittorie!
L’uomo è una creatura strana. Lotta contro le forze della natura, trionfa su difficoltà apparentemente insormontabili, è il signore della terra eppure ha così poco controllo sui propri pensieri come sui baratri che coprono, che cosa alberga in quegli abissi, come si forma, da dove viene, ubbidisce a delle leggi oppure l’uomo attraversa la propria esperienza con un letale caos dentro sé? — Jón Kalman Stefánsson
Pratica di mindfulness: La meditazione dello specchio
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