Ogni emozione attiva un correlato corporeo. Sia consapevole che inconsapevole.
Proviamo tenerezza? Il nostro corpo si è “mosso” e questo movimento è percepito come un sentimento di tenerezza. Proviamo rabbia? E’ avvenuta la stessa cosa. I nostri muscoli – quelli connessi all’espressione della rabbia – si sono attivati e l’insieme della percezione è diventato l’emozione della rabbia.
Se perdiamo la consapevolezza del corpo, a lungo andare perdiamo la percezione di quelle emozioni che sono connesse alle parti del corpo che non percepiamo. E’ così che funzionano le nostre difese: sono un potente sistema di evitamento. A quel punto quello che accade diventa direttamente un pensiero, saltando il corpo e il cuore.
Evitando di sentire escludiamo dalla consapevolezza contenuti scomodi. Il prezzo che paghiamo è lo stesso che pagherebbe un musicista che possa usare solo tre note o quattro per scrivere una musica. E questo perché, qualche volta, gli è capitato di stonare eseguendo le note mancanti.
Per riprendere la consapevolezza abbiamo bisogno di tempo e di pratica, solo di quello. E’ necessaria l’attesa, la pazienza, la sospensione, la pratica perché il nostro corpo e il nostro cuore riprendano a cantare insieme.
Se siamo in contatto con i nostri corpi, siamo felici di far parte della natura e di dividere con essa i suoi splendori (…). Il piacere è la forza creativa della vita. È l’unica forza abbastanza possente da opporsi alla potenziale distruttività del potere. A. Lowen
Pratica del giorno: Grounding
© Nicoletta Cinotti 2014 Mindfulness e bioenergetica
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