
“Il terreno piano è un’invenzione degli architetti. (…) Se l’uomo moderno è costretto a camminare
sulla superficie piatta dell’asfalto e dei pavimenti (…) viene alienato dal suo contatto naturale
e primordiale con la terra. Una parte cruciale del suo essere si atrofizza e le conseguenze sono
catastrofiche per la sua psiche, per il suo equilibrio e per il benessere della sua intera persona”
Friedensreich Hundertwasser (1991)
Nonostante ancora nella nostra cultura si tenda a privilegiare le parti alte, ritenute nobili, il piede rappresenta il nostro punto fisso, su cui grava l’intero peso del corpo e sta alla base del sistema posturale.
È in grado di agire sia da effettore che da ricettore, nel senso che riceve ed esegue dei comandi tramite i muscoli, e nello stesso tempo fornisce importanti informazioni provenienti dagli esterocettori cutanei della zona plantare, e dai propriocettori di muscoli, tendini ed articolazioni. Per questo possiamo affermare che sia il principale organo di senso e di moto antigravitario del corpo e per tale ragione, spesso anche l’origine delle disfunzioni posturali. Nel contempo però, agisce anche da modulatore degli squilibri “alti”,ossia di quelli di provenienza oculare, vestibolare e temporo-mandibolare.
Terreno sconnesso e terreno piano
Da un punto di vista filogenetico, i nostri sistema di controllo posturale e sistema muscolo-scheltrico, hanno subito un processo evolutivo che ci ha permesso di adattarci ad un terreno sconnesso, mal sopportando, anche se a prima vista sembrerebbe il contrario, i
terreni piani.
Il nostro organismo persegue costantemente l’obiettivo di mantenere un equilibrio dinamico o omeostasi, ma nonostante questo, esso va incontro ad un numero di errori di regolazione/programmazione tendente all’infinito quanto più le variabili di ingresso sono tendenti a zero; ciò vuol dire che più le informazioni dell’ambiente esterno sono numerose e diversificate, più saremo in grado di rispondere con atteggiamenti posturali corretti e fisiologici.
Il terreno piano, offrendo scarsi e poco variabili messaggi, rappresenta un importante fattore di inquinamento ambientale, favorendo squilibri posturali responsabili di dolori muscolari e articolari.
La Iperlordosi lombare
Il più importante tra gli squilibri posturali determinati in buona parte dal terreno piano, è rappresentato dalla iperlordosi lombare, ossia una eccessiva curvatura della parte bassa della schiena, che sposta indietro il baricentro del corpo, chiamando in causa il muscolo ileopsoas.
Inoltre, il tacco delle scarpe che giustamente molte donne indossano, contribuisce ad aumentare la iperlordosi, in proporzione diretta alla sua altezza. In più, l’utilizzo abituale e prolungato determina retrazione ed accorciamento del tendine di achille, costringendo anon abbandonare il tacco per scarsa tolleranza delle scarpe basse. Alla iperlordosi, il nostro corpo risponde con compensazioni e compromessi posturali che minano la salute dei nostri muscoli, tendini e articolazioni, sottoposti a “lavori forzati” per raggiungere e mantenere una qualche forma stabile di postura su un terreno non naturale e con le scarpe che schermano le informazioni del terreno.
I piedi e gli Esercizi Bionergetici
Non è un caso quindi, che le classi di esercizi bioenergetici si svolgano senza scarpe,possibilmente a piedi nudi, per ampliare la gamma di informazioni sensoriali che il terreno fornisce al piede e da qui al sistema nervoso centrale.
Spesso, per incrementare ulteriormente la gamma di messaggi propriocettivi, si propongono esercizi specifici che aiutino a “risvegliare” la pianta del piede, ad esempio portando il peso del corpo maggiormente e selettivamente sulle diverse aree plantari,talvolta servendosi anche di palline da tennis che promuovano la distensione muscolare.
In tal modo ci si permette di sentire, e quindi recuperare, quale sia la nostra postura naturale. Il grounding è proprio questo, recuperare, grazie al contatto dei piedi con il suolo, integrato con il respiro, l’equilibrio con il nostro corpo e con l’ambiente.Il piede in Bioenergetica non è meno importante della testa, è anzi davvero la nostra base sicura, il nostro legame diretto con la terra e con la nostra realtà, al quale dovremmo affidarci senza timore.
a cura di Maurizio Tuccio
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