
L’ingenuità può sembrare una caratteristiche delle persone fiduciose e, invece, si rivela essere uno dei nemici della fiducia proprio perché nasce da una mancanza di consapevolezza ed espone oltre la nostra soglia di tolleranza.
Siamo ingenui quando tendiamo a scegliere di vedere solo l’aspetto positivo delle cose e così, quando accade qualcosa che non è positivo, finiamo per sentirci traditi e per avere buone ragioni per non riporre – in futuro- la nostra fiducia su altri.
In realtà l’ingenuità nasconde una sostanziale domanda: sarò in grado di affrontare la vita anche sapendo che non tutto è roseo? Potrò avere fiducia in quello che accade anche quando sembra qualcosa di negativo?
Se l’ingenuità è il nemico vicino della fiducia, il controllo è il nemico lontano. Ci fidiamo ma dobbiamo fare una verifica che le cose siano proprio come intendiamo noi. Così entrambi – ingenuità e controllo – dichiarano l’assenza di quell’ingrediente essenziale della fiducia che è la sospensione del giudizio, in attesa che il processo si compia. Un processo fatto di inevitabili errori e cadute, di momenti luminosi e oscuri.
Se ci fermiamo troppo sul dettaglio potremmo perdere la visione d’insieme. Se neghiamo l’importanza dei particolari potremmo diminuire il significato complessivo di quello che stiamo vivendo. Così la fiducia ci insegna che un solo punto di vista non è sufficiente e che il dialogo lascia, alla fine, sempre diversi da come eravamo all’inizio.
Nella pratica di consapevolezza è importante coltivare il senso di fiducia, perché se non confidiamo nella nostra personale capacità di osservare, essere aperti e attenti, riflettere sull’esperienza, crescere e apprendere dall’osservazione e dall’applicazione, ci riuscirà difficile sviluppare una qualsiasi fra queste capacità, che appassiranno e rimarranno allo stato latente. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBSR edizione online
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