
Circa un anno fa è mancato mio padre: erano 68 gli anni di matrimonio con mia madre. Si erano sposati quando lei aveva 16 anni e già solo questo fa capire che è una storia di altri tempi. Ero preoccupata che lei non reagisse alla perdita, che non trovasse la forza di andare avanti. Una delle prime cose che mi aveva detto era stata che, da quando lui non c’era più, si sentiva invisibile.
Questa parola mi ha colpito tantissimo come se fosse la parola perfetta per spiegare la sensazione che si ha di fronte ad una perdita. Non importa se la perdita è legata alla fine di una storia d’amore, di una collaborazione professionale, di una persona. La sensazione rimane la stessa. Ci si sente invisibili. Non possiamo più vedere l’altro ma siamo noi a sentirci invisibili. Non c’è parola migliore che descrive quello che proviamo quando qualcuno ci dice no. Non è una sensazione razionale: è una percezione sensibile. Se mi dici di no è come se non esistessi. È per questo che i social sono tanto amati e importanti: ci danno la sensazione di essere visibili. Non è vanità ( o non solo): è il nostro bisogno di essere visti ma soprattutto, il nostro bisogno di non scomparire. perché questo sono gli invisibili.
Non ci sentiamo invisibili quando decidiamo di stare soli o quando abbiamo bisogno di solitudine. Ci sentiamo invisibili quando scompariamo agli occhi degli altri. La prima assenza che temiamo è questa qualità di scomparsa sociale.
Così da allora mia madre ha preso a telefonarmi. Non mi telefonava: aspettava che lo facessi io e io, religiosamente, lo facevo ogni giorno. L’ho fatto ogni giorno per un anno. poi sono andata in vacanza e ho saltato qualche giorno, qua e là. Effettivamente erano salti intenzionali, cercavo una vacanza anche da lei. Così adesso mi chiama lei e si fa promettere che, appena finisco la vacanza vado da lei. Non ha bisogno di me (o non solo): ha bisogno di essere vista, come tutti.
La carezza è marcia verso l’invisibile perché la carezza non sa cosa cerca. Chandra Livia Candiani
Pratica del giorno: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2021 Mindfulness ed emozioni