Conosciamo tutti il mito di Narciso che, innamorato della propria immagine riflessa nell’acqua, cadde nel fiume e morì, cercando di incontrarsi.
C’era un’altro personaggio nel mito. Era la ninfa Eco, innamorata di Narciso. Eco non poteva parlare di voce propria. Poteva solo ripetere ciò che le veniva detto. Avrebbe potuto dire a Narciso “Ti amo”, solo se lui glielo avesse detto per primo.
Narciso non lo fece mai ed Eco morì, consumata dal suo amore inespresso.
Nelle relazioni possono accadere entrambe le cose: a volte siamo talmente occupati da noi da non accorgerci dell’altro. Altre volte lasciamo che lo spazio della relazione sia totalmente occupato dall’altro, senza esprimerci, senza correre il rischio di dire, in prima persona, cosa vogliamo e dove vogliamo andare. In entrambi i casi c’è una chiusura: chiusi verso gli altri o chiusi verso sé.
Ecco perché per Lowen le tre colonne del Sé corporeo sono consapevolezza, espressione e padronanza. La consapevolezza, senza la possibilità di esprimersi, diventa un tormento. E l’espressione, senza la padronanza (e la sensibilità relazionale), una prepotenza.
Pratica del giorno:Meditazione camminata
© Nicoletta Cinotti 2014 Aprire la mente
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