
Le nostre illusioni sono sostenute da miti: miti culturali che diventano standard da realizzare. E in poche aree portano benefico. O meglio direi che sono più i danni che producono dei vantaggi, soprattutto in campo relazionale.
Malgrado oggi ci sia molta più libertà rispetto alla vita sentimentale e affettiva, i nostri miti continuano a dare un’immagine non aggiornata. Ad offrire l’idea che, una volta innamorati, il più sia fatto. Non è così. Una volta piantato un seme il più è coltivarlo, annaffiarlo e farlo crescere. Detto in parole semplici l’amore – da solo – non basta. Ha bisogno di qualche condimento come la saggezza, la comprensione e perché no, la pazienza.
- Perchè una relazione cresca dobbiamo curarla, soprattutto nei momenti di trasformazione. Sono proprio questi i periodi più delicati. La nascita di un figlio non è solo una meravigliosa avventura. È anche una sfida alla cura che molte coppie non riescono a superare.
- Niente più del romanticismo rischia di uccidere la parte romantica di una relazione. Essere romantici è semplice: quando ami qualcuno è spontaneo pensare a piccole attenzioni. Il romanticismo però ti chiede di inventare continuamente un mondo che non esiste. Ti chiede di far sentire l’altro speciale, proprio mentre stai imparando a vederne la normalità e quotidianità. Il romanticismo è responsabile della stanchezza relazionale: è faticoso trovarsi costretti ad essere romantici.
- Molte coppie si frangono contro lo scoglio dell’ineguaglianza: economica e di impegno. Stabilire regole economiche condivise previene un sacco di guai. E, attenzione, sono sempre più gli uomini che non contribuiscono finanziariamente all’economia quotidiana, che lasciano interamente sulle spalle delle partner. È finita l’era in cui gli uomini mantenevano le donne. Non mi pare che la soluzione opposta – le donne che mantengono gli uomini – sia una grande alternativa. L’equità è l’alternativa, una distribuzione percentuale delle spese che includa la sorpresa e il regalo.
- Accade sempre più frequentemente che le persone inizino una nuova relazione da adulti. E la storia relazionale passata in questi casi non è indifferente. Ha tracciato un solco, una linea di confine tra speranza, aspettativa e rabbia. Abbiamo una responsabilità rispetto a questo solco: non lasciamolo diventare un binario. Ricordiamoci che il “partner dopo” non deve curare le ferite del “partner prima”.
Lasciamo perdere i miti: facciamo una ricostruzione dei nostri miti personali (ognuno di noi ne ha parecchi rispetto alle relazioni) e ogni volta che sentiamo l’arrivo di uno di questi ideali, ricordiamoci che stiamo entrando in zona rossa.
Esistono due criteri essenziali per percepire la pienezza della vita ed entrambi derivano dall’autenticità delle nostre relazioni. Uno sorge dal nostro amore per la vita, l’altro sorge dal nostro amore reciproco. Mark Nepo
Pratica di Mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio Short edition