
Non so se ti è mai successo di vedere un piccolo fiume di montagna e di aver voglia di scopre da dove nasce. Qual è il punto in cui salta fuori dalle rocce. Ho fatto molti sentieri semplicemente per riuscire a vedere da dove nasceva quel fiume e, nello stesso tempo, quel punto di inizio mi è sempre sembrato misterioso. Nasce dalle rocce o dal cielo? Avvolto in un miracolo. Come se non potesse esserci altra spiegazione che un miracolo e un mistero dietro il venir fuori dell’acqua.
Provo la stessa cosa quando incontro una persona. È un miracolo comprendere da dove nascono certi tratti di noi, come sono scaturiti da frammenti della nostra vita e come hanno fatto a prendere una forma. E come, una volta nati, si manifestano, scompaiono e ricompaiono in momenti diversi della nostra vita. Così possiamo scoprire che la nostra vecchia gioia ricompare all’improvviso, dopo essere stata sotterranea per molto tempo e capita anche di veder tornare vecchi rancori e vecchie paure. Tutti fiumi che scorrono, a volta all’aperto e a volte sotterranei. Come l’amore. A volte amiamo come se fossimo già un mare, a volte litighiamo come se fossimo un impetuoso fiume di montagna. A volte stiamo insieme, silenziosi, come se tutto fosse già stato detto e tutto fosse già stato fatto.
Alla fine però ho capito una cosa. Il punto è amare a monte, fino alla sorgente. O forse il punto è amare tutto quello che ci fa crescere, per quanto difficile, oscuro e impetuoso che sia.
Amarli a monte fino
alla sorgente.
Amare tutto quello che mi fa crescere. Raymond Carver
Pratica di mindfulness: La meditazione del fiume
© Nicoletta Cinotti u