
Quando ero piccola avevo paura del buio, mi sembrava potesse nascondere insidie e minacce ed era molto difficile consolarmi. Oggi lo aspetto perchè, quando chiudo gli occhi, posso finalmente vedere con chiarezza dentro di me e sentire la forza del legame con le persone che incontro. Ho provato affetto e trepidazione per tutti. per le loro ansie e per le nostre difficoltà. Ho cavalcato mari e monti e sono arrivata dalla persona di Monza come da quella di Trieste o siciliana. A Parma come a Firenze. E poi sono tornata a casa in un attimo.
Ho apprezzato – io che amo tanto la tecnologia – la possibilità di connettermi anche con chi era a casa. Rispettato tutte le misure prudenziali del governo italiano (peccato che in altri stati europei non siano così rispettosi) e scelto di rimandare il ritiro e di farne anche un programma online.
Nel frattempo, nei prossimi giorni, condividerò con te un brano del materiale preparato in precedenza per il ritiro. Perchè anche un’esperienza si prepara. Una volta qualcuno mi ha chiesto cosa voleva dire preparare un ritiro. Io leggo tutto quello che è stato pubblicato su quel tema, lo studio, in alcuni casi ripetendolo ad alta voce per vedere cosa mi è rimasto di più dentro e poi ogni giorno, nella mia pratica individuale, faccio una meditazione al riguardo. Quando arrivo al ritiro ho un piccolo libro con me di poesie inerenti al tema e di scritti, miei e di altri, che lo riguardano. Questa conoscenza implicita che preparo viene assorbita dalle persone come se fosse un humus fertile. Le persone capiscono che hanno un terreno di conoscenza su cui poggiarsi. Perché abbiamo bisogno di compassione e di saggezza. La compassione conforta ma la saggezza rassicura.
Quello che sta accadendo adesso ci rende più spaventati ma forse meno vulnerabili in futuro. Siamo una generazione che sta affrontando un cambiamento epocale: ne possiamo uscire migliorati. Se useremo le nostre riserve di saggezza e compassione. L’una non deve mai dimenticare l’altra. Sono i nostri fari nella notte. La nostra luce nei momenti difficili. Quando avevo paura del buio ho capito che lo temevo perchè non conoscevo. Conoscere è stato il mio sonnifero preferito: ha reso la notte interessante e il buio riposo.
Coltiva la tua saggezza e innaffiala con la compassione: così non avrai inutilmente paura.
Abbiamo aspettato tanto tempo che qualcuno o qualcosa tornasse a curare le nostre parti ferite e in questa attesa può essere accaduto che situazioni simili si siano ripetute. Che relazioni simili a quelle che hanno prodotto il trauma si siano ripresentate, rinforzando la ferita anziché aprendo spazi di guarigione. Abbiamo provato ad ignorare il fatto che, dentro di noi, continua ad essere presente una parte più inesperta e forse più vulnerabile della nostra età attuale, di cui possiamo e forse vogliamo anche prenderci la responsabilità. La sua vulnerabilità è preziosa: è il nostro patrimonio di crescita possibile. Questo è il significato più specifico del termine reparenting e il cuore della pratica di reparenting. Il significato più specifico è prendersi cura della nostra bambina, del nostro bambino interiore. Il significato più ampio è, invece, dare voce ai propri bisogni senza pretendere che siano gli altri a comprendere e indovinare di cosa abbiamo bisogno. Nicoletta Cinotti
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2020 Reparenting ourselves