
Dall’intervista di Ivano Malcotti a Donatella Bisutti per Fonopoli
Che cos’è la poesia?
R. Una domanda da nulla! Si sono date credo migliaia di definizioni della poesia , ma quello che si afferma per lo più è che la poesia non si può definire, non si può dire cos’è. Io invece a dir la verità ho questa enorme presunzione di credere di sapere abbastanza che cos’è. Non ne do una definizione letteraria, retorica, soggettiva, e quindi opinabile: la definisco in base allo studio che ho fatto, o meglio all’esperienza che ne ho fatto e che sta alla base del mio best seller La Poesia salva la vita (Oscar Mondadori) e cioè: La Poesia è un linguaggio specifico e diverso da tutti gli altri, che mette in connessione le due diverse aree del nostro cervello, cioè l’emisfero destro e il sinistro, cioè mette in rapporto le facoltà cosiddette irrazionali, quelle della fantasia, del sentimento, dell’emozione, dell’intuizione, con la razionalità, la logica, la comunicazione verbale. E’ l’unica forma di linguaggio che opera in questo modo e da qui discendono alcune conseguenze sorprendenti.
Per esempio che la poesia ci aiuta a realizzare la nostra totalità psichica e a far comunicare il conscio con l’inconscio. La poesia è dunque un modo d’approccio particolare e diverso a noi stessi e al mondo. Questa non è un’affermazione retorica ma un’osservazione che vorrei chiamare “scientifica“ ed è basata sullo studio dei meccanismi della scrittura e della lettura , come spiego nel mio libro,che è un libro molto amato perché fa uscire la Poesia dalla pastoie della retorica e del luogo comune, ma soprattutto nei numerosi corsi di scrittura creativa che tengo da varie parti, laboratori nelle scuole, corsi di aggiornamento per insegnanti ecc. Io cerco di far capire che la poesia è qualcosa di indispensabile all’armonia della nostra vita e al nostro benessere psicofisico e affermo che il diritto alla poesia dovrebbe essere inserito nella Carta dei Diritti dell’Uomo.
3)D Chi si priva di sé trova il nulla o il movimento continuo dell’esistenza ?
R La tua domanda so che si riferisce alla mia poesia Paura, contenuta nel mio libro Inganno Ottico (Premio Internazionale Eugenio Montale per l’Inedito), che dice: “Non della morte, ma /della
metamorfosi /-accettare di privarsi di sé/come acqua che si lasci versare /e prende forma da ciò che la contiene/ e corre via – e l’assorbe la terra/ed è e non è più – senza pena, forse/ eppure non va persa.” Questa, come la più parte delle mie poesie, si può capire solo partendo dal pensiero orientale e in particolare dal pensiero zen. Lo studio di questo pensiero è stato una tradizione nella mia famiglia, a partire da mio nonno materno, che visse a lungo in Cina. In un’ottica zen il nulla non è come da noi un concetto nichilista, bensì un’immagine del Tutto indifferenziato da cui ha origine l’intero universo, in quanto energia in continua formazione e cambiamento. Quindi “nulla” e “movimento continuo dell’esistenza”, come tu hai bene intuito, sono la stessa e medesima cosa. Un famoso libro di consultazione spirituale cinese si chiama infatti I King, ovvero Il Libro dei Mutamenti. Sul rapporto fra I King e Poesia tenni qualche anno fa una relazione a Roma a una tavola rotonda organizzata dal filosofo e poeta Marco Guzzi.
Quando uscì Inganno Ottico molti si incuriosirono: venivano da me e mi ponevamo delle domande sull nulla. Ma la loro posizione, a differenza della mia, era nichilista. Io sono invece fortemente
avversa a ogni forma di nichilismo e credo che anche la poesia sia – non per i suoi contenuti – ma per la sua stessa essenza – una forte affermazione nella direzione di una conoscenza diversa da quella nostra quotidiana, una cammino verso il Senso, che di continuo ci sfugge e di cui non sappiamo dire cos’è ma sentiamo – almeno quelli che come me non sono nichilisti sentono – che c’è.
4) D Che rapporto c’è tra poesia e coscienza?
R Un rapporto fondamentale. La poesia come dicevo prima apre una porta di comunicazione fra conscio e inconscio, attinge cioè alla nostra zona inconscia preverbale, come sapevano soprattutto
i surrealisti- e tende a verbalizzarla, cioè a portarla alla coscienza. Tuttavia l’operazione non viene mai del tutto completata, non deve esserlo, deve restare in qualche mondo a metà strada: sul sottile crinale che separa il conscio dall’inconscio e al tempo stesso, miracolosamente, per qualche attimo, li unisce. Questo è appunto uno dei miracoli della poesia. Che di miracoli ne fa tanti, ma di cui purtroppo pochi hanno modo di accorgersi, anche perché nessuno glieli indica.
5) D L’amore non lascia niente sul piatto , che cosa vuoi dire?
R Anche questa è una citazione da Inganno Ottico e più precisamente dalla poesia Canzone d’amore cannibale. Una poesia che ha avuto molto successo perché è provocatoria e parla di un
amore passionale. Le poesie di Inganno Ottico infatti appartengono a due generi abbastanza diversi: di meditazione diciamo filosofica e d’amore. Queste ultime sono nate da un amore molto intenso e passionale che è stato centrale nella mia vita. Anche l’amore, diceva il mio professore di filosofia all’Università di Lovanio, in Belgio, può essere una chiave di conoscenza. Nel mio caso questo amore lo è stato. E mi ha iniziato alla creatività e alla scrittura adulta. Il verso in questione si riferisce alla possessività dell’amore che nella grande passione coincide però con la totale oblazione. E’ un’esperienza limite, come l’esperienza mistica, cui si apparenta (vedi Bernardo ed Eloisa).
© Donatella Bisutti in dialogo con Ivano Malcotti