A tutti noi capita di sperimentare difficoltà diverse a seconda della diversa intimità della relazione.
A volte le relazioni intime sono il luogo dove sperimentiamo la maggiore felicità e la maggiore difficoltà.
Questo avviene perché l’intimità fa emergere i contenuti primitivi del nostro mondo interno.
In questo modo spesso usiamo la distanza dalle persone che amiamo per allontanarci da ciò che fanno emergere di noi.
E così, anziché diventare intimi, diventiamo assenti. Lasciamo gli altri per non saper stare con noi.
E questa assenza ha il sapore della distanza, dell’affanno e della nostalgia per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Né nella nostra vita, né nelle nostre relazioni.
In generale, nella relazione, dolore e piacere coesistono, anche se l’uno o l’altro possono prevalere. Sentiamo che il nostro cuore non sopravviverà ad una nuova esperienza traumatizzante. Pensiamo di non avere altra scelta che chiudere il nostro cuore all’amore e lo chiudiamo effettivamente in una cassaforte, corazzando la nostra cassa toracica. Dal crepacuore ci difendiamo rinunciando ad amare e dalla morte rinunciando a vivere.
A. Lowen
Pratica del giorno: La meditazione del lago
© Nicoletta Cinotti 2014 Ammorbidire il cuore
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