
L’Adagio è uno stile di vita: un incedere lento per le strade dell’esistenza che diventa un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo dentro e fuori di sé, riordinare i pensieri tornare a stupirsi di fronte a luoghi che spesso abitiamo distrattamente.Teresa Monestiroli, autrice di Milano Adagio
Visto che siamo vicini alle vacanze – e che qualcuno è già in vacanza – mi fa piacere raccontarti qualcosa su una serie di libri da viaggio che ho letto durante il lockdown. Siccome non ci potevamo spostare mi sono divertita nel leggere che cosa avrei potuto fare una volta ripreso il movimento.
Ho iniziato con Milano adagio di Teresa Monestiroli . Vengo spesso a Milano (come tutti i genovesi) e tra Genova e Milano c’è un bel viavai. Milanesi che vengono in Liguria e liguri che, storcendo il naso, devono riconoscere che Milano è sempre Milano. Io, essendo toscana, amo con equanimità entrambe e per entrambe ho la sensazione di non conoscerle ma di “usarle” solamente. Vado dove devo andare, senza perdermi troppe volte per strada, ma senza conoscerle a fondo e apprezzarle davvero perché, appunto, le uso con fretta ed efficienza. Invece Milano adagio mi ha restituito una dimensione più umana di questa città che nasconde forse la sua storia a favore del mito di modernità. Il libro sta nella tasca del mio cappotto e la prossima volta che andrò a Milano (d’inverno s’intende) lo metterò lì per scoprire un pezzetto lento, per fare un adagio urbano milanese.
Poi ho proseguito con Venezia adagio di Paola Zatti, una vera guida turistica totalmente alternativa, stesso formato piccolo, compatto, che tieni facilmente in mano e un libro che ho scoperto essere piacevole leggere anche stando in poltrona, per prepararsi ad andare. Forse questa è la caratteristica di questi adagi: vanno bene su strada ma anche su poltrona.
A quel punto sono saltata a Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici di Eleonora Sacco, libro di una vera viaggiatrice che viaggia in luoghi assolutamente fuori da ogni circuito banalmente turistico. Viaggia e racconta storie, raccolte durante i suoi viaggi, che sono storie nelle storie. La storia che fa da collettore è la sua curiosità e il suo desiderio di viaggiare come modo per incontrare le persone, le culture, le diverse prospettive di vita. L’aspetto più interessante del libro è che Eleonora Sacco riesce a raccontarti anche come le persone che incontra la guardano, come lei e il suo compagno d’avventure possano apparire “stranieri” ma, anche,come possono essere una felice novità per chi vive in luoghi raramente raggiunti dalla nostra moderna diversità turistica. Le strade disegnate da Eleonora hanno soddisfatto il mio “sguardo curioso”, quello che ha sempre voglia di andare oltre i confini.
In ogni caso tutti e tre questi libri hanno una qualità mindful: la lentezza che permette di essere presenti, di viaggiare in modo contemplativo, di stare anche muovendosi e quindi sono delle vere guide mindful allo spostamento consapevole, estivo o invernale che sia. Insomma si può viaggiare anche stando seduti, si può contemplare anche muovendosi così come ci si può spostare mantenendo la mente sempre ferma nello stesso punto (e quello non è un bel momento!)
© Nicoletta Cinotti 2021 per la rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”