
Si può leggere ogni tragedia
come la storia di un sé che matura,
ogni personaggio è parte di una sola anima.
Questo vale anche per le commedie.
Spesso la pecca sta nella conoscenza del sé;
a volte nell’avidità. Per questa ragione
il comico luccichio d’un banco d’aringhe non porta a una trama,
non ci immaginiamo una tragedia d’asini o api.
Prima delle realtà comuni, i comuni insuccessi:
fame, freddo, rabbia,brama calore.
Eppure un giorno sboccia un pensiero piccolo come un fiore di veccia
Poi non si bada più al ruolo minore, quasi senza battute
del messaggero e cui è data la lettera
che, si sa, arriverà troppo tardi e rovinata dall’acqua.
Fermarsi sotto al fico e mangiare, non è stato un errore, dunque
ma la ragione del viaggio.
© Jane Hirshfield, Ogni felicità assediata dai leoni