
Forse potremmo distinguere tra le intenzioni di un rimprovero e i suoi effetti. L’intenzione è quella di proteggere, evitare un comportamento pericoloso, insegnare la buona educazione, segnalare una difficoltà. Gli effetti non sono esattamente positivi. Perchè il rimprovero nasce dalla rabbia che proviamo per qualcosa che ha fatto l’altro e quello che arriva – molto prima dell’insegnamento – è proprio la rabbia. Può darsi che qualche rimprovero, quando eravamo bambini, sia stato capace di cambiare il nostro atteggiamento. Non aspettiamoci però che rimproverare un adulto abbia buoni risultati. Eppure, soprattutto nelle relazioni affettive, è un tipo di comunicazione molto frequente. In molti casi si accompagna alla riprovazione, al silenzio rancoroso, al risentimento. Si può rimproverare una volta, due sono già troppe. Tre iniziano a coltivare il rancore. E il rancore è un’acido corrosivo per qualsiasi legame perchè interrompe il ritmo tra silenzio e parole.
In qualsiasi musica il fraseggio delle note ha bisogno del silenzio. È lo stesso in una relazione: abbiamo bisogno di un ritmo equilibrato tra silenzio e parole. Soprattutto abbiamo bisogno che ci sia spontaneità tra l’una e l’altra ossia che ci sia semplice scegliere quando parlare e quando stare in silenzio.
Se iniziamo a provare rancore questa spontaneità si altera: non parliamo liberamente e non rimaniamo in silenzio liberamente. Usiamo il silenzio per evitare il conflitto e questa è una seria alterazione della bellezza del silenzio e una seria alterazione della comunicazione relazionale. Si può guarire? Sì, si può guarire smettendo di rimproverare il proprio partner. Non è un bambino/bambina. Può darsi che quello che fa non sia di nostro gradimento ma prendiamola come un’occasione per imparare a conoscerlo e comprendere se possiamo accettarlo così com’è. E piuttosto, apriamo una discussione sull’argomento in questione in cui in gioco non può esserci l’obbedienza alle nostre regole ma la comprensione su come navigare in acque tempestose. Provare rancore, provare risentimento è un modo per tenere chiuse le emozioni relazionali negative. Per farle ristagnare. Rimproverare non le lascia andare: aumenta queste emozioni nel nostro partner, nel nostro interlocutore e anche in noi, nel momento in cui ci accorgiamo che rimproverare non è servito a niente.
Non usare il silenzio per punire: usa il silenzio per ascoltare.
La soppressione (di una spinta espressiva) comporta una contrazione muscolare cronica proprio dove sperimentiamo la sensazione che vogliamo sopprimere. Alexander Lowen
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio
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