Alla fine è vero che cerchiamo una strada per relazionarci con le esperienze difficili e che nessuno ci ha insegnato come farlo. Abbiamo fatto quello che ci sembrava più intelligente: abbiamo pensato alle cose che non andavano per trovare una soluzione.
Incominciare a percorrere una strada diversa è davvero rivoluzionario: iniziare ad andare incontro alle sensazioni anzichè evitarle, fidarsi del corpo anziché affidarsi alla mente, aprire anzichè chiudere può sembrare un vero e proprio rischio. In fondo siamo abituati a capire le cose prima di farle e aprirsi alle difficoltà può sembrare incomprensibile.
Ecco quindi un paio di istruzioni per l’uso (perchè la pratica si articola in due fasi):
- Diventare consapevoli di ciò che è predominante nell’esperienza. Quindi se la nostra attenzione è continuamente trascinata in alcuni luoghi, pensieri o sensazioni notare che sta avvenendo questo. Non evitarlo, non scacciarlo, non giudicarlo. Questo è il primo passo.
- Portiamo la consapevolezza al modo in cui ci relazioniamo – nel corpo – con quello che sta avvenendo. Questo significa registare le esperienze, lasciando che siano come sono (senza correzioni o critiche mentali). Un lasciar essere l’esperienza così com’è senza reagire: solo conoscere. Questo è il secondo passo
Alla fine questa è la base che ci permette di passare da uno stato conflittuale (non dovrei sentirmi così) ad uno stato di affettuosa curiosità (come mi sento?)
Portare la consapevolezza sul corpo offre una strada alternativa per imparare a relazionarsi in modo diverso con le esperienze difficili. Segal, Teasdale, Williams
Pratica di mindfulness: Lavorare con le emozioni
© Nicoletta Cinotti 2016 Mindfulness e bioenergetica
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