
Quando nasce un bambino lo guardiamo con tenerezza e affetto. Gli auguriamo gioia e felicità e facciamo di tutto perché impari ad amarci, a rispettarci. Di tutto perché diventi un buon cittadino. Lo copriamo di attenzioni e regali, lodi e rimproveri.
Dimentichiamo spesso un piccolo ma significativo dettaglio: insegnargli ad amare sé stesso. Se ripenso a tutta la mia educazione non credo di aver mai avuto un insegnamento che fosse esplicitamente rivolto a questo. Avevo indicazioni rispetto al decoro. Qualche indicazione rispetto alla cura personale ma nessuna rispetto all’amore. Credo che dipenda da una confusione fondamentale tra l’amore sano e l’amore narcisistico. Siamo convinti che fare attenzione a sé stessi sia un atteggiamento di confine con l’egoismo, il narcisismo e la vanità e così, per non correre troppi rischi omettiamo di insegnare un altro modo di stare in relazione con sé stessi: l’amore.
Se avessi rivolto a me stessa la metà dell’amore che ho rivolto agli altri sarei una donna diversa. Ho creduto, come Eco, che l’amore si potesse solo ricevere e che amare sé stessi fosse un atto di estremo egoismo. Così ho dato molto per poter ricevere il necessario ma fino a che non ho iniziato a praticare mindfulness non ho davvero avuto idea di cosa significasse volermi bene davvero. Nutrivo certe parti di me ma la sproporzione tra quanto ho amato e quanto mi sono amata è enorme.
Dev’essere per questo che, ancora oggi, quando pratico, sento sorgere un sentimento insperato di tenerezza e gratitudine: finalmente mi guardo. Finalmente mi vedo. Finalmente mi voglio un po’ di bene e altro ne arriverà ancora. Finalmente sento che nascere è l’inizio di una storia d’amore che dura tutta la vita: quella con noi stessi.
Vorrei davvero che ai bambini venisse, per prima cosa, insegnato ad amarsi. Non in modo narcisistico ma reale. Forse è per questo che il reparenting mi sembra essenziale e il Mindful Parenting un atto di formazione civile. Una mia amica diceva sempre che per essere in pace con gli altri bisogna essere in pace con sé stessi. È vero. È anche vero che per amare davvero gli altri bisogna amare sé stessi. Altrimenti è un dare con la speranza di ricevere. Se c’è un peccato che ho fatto è questo: ho dato con la speranza di ricevere. Ho ricevuto tantissimo e ne sono grata. Ma quell’amore che ho avuto in cambio non colmava i vuoti che l’assenza di amore per me produceva e lasciava. Quei vuoti aspettavano me. Ora li guardo, sorpresa di essere stata così distante dalla persona che avevo più vicina.
Solo quando ho smesso di cercare casa dentro gli altri e ho eretto le fondamenta di casa dentro me ho scoperto che non c’è radice più intima di quella tra una mente e un corpo che hanno deciso di essere uno. Rupi Kaur
Pratica di Mindfulness. Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2020 Reparenting ourselves