
Parliamo spesso in senso generale. Sto male, sto bene, oppure ci vuole pazienza, ci vuole coraggio. Ma se guardiamo quello che accade, ci accorgiamo che risuona diversamente nel corpo, nel cuore e nella mente. A volte la nostra mente sarebbe disponibile ad avere pazienza ma il nostro corpo frigge e della pazienza non vuole proprio saperne. Oppure ci accorgiamo che una malattia, che fa soffrire il corpo, ha un effetto quasi positivo sulla nostra mente che si calma e trova un nuovo significato di quell’esperienza.
Così quando parliamo di coraggio sarebbe davvero importante capire dov’è che abbiamo paura. Perché a volte la paura è un pensiero che attraversa la mente, a volte un fremito che occupa il cuore, a volte una sensazione fisica e abbiamo bisogno di diverse risposte. Rispondere con coraggio alla paura del corpo è una cosa diversa che rispondere con coraggio alla paura della mente. Potremmo scoprire così che il corpo non avrebbe paura se la mente non instillasse il pensiero della catastrofe. Perchè il corpo è animale che da molto tempo è assoggettato dalla fiducia che la mente sappia più di lui. Ma, forse, non è proprio così. Se permettiamo alla nostra mente di proliferare con pensieri di paura, prima o poi anche il corpo si spaventerà a morte. Così, se soffriamo di paura cronica guardiamo con coraggio ai pensieri che attraversano – intrusivi, automatici, ripetitivi – la nostra mente e potremmo scoprire che la nostra paura nasce dai nostri pensieri che scorrono e convincono il corpo che c’è un pericolo.
L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare ad non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo. Italo Calvino
Pratica di mindfulness: Lavorare con la paura
© Nicoletta Cinotti 2021 Un cuore coraggioso
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